Lotta contro la fascistizzazione e lotta per la rottura con il sistema

“Fascismo” e “fascistizzazione”

Nel rapporto presentato al VII Congresso dell’Internazionale Comunista il 2 agosto 1935, G. Dimitrov insisteva sul “carattere di classe del fascismo” che l’Internazionale Comunista definiva come “la dittatura terroristica aperta degli elementi più reazionari, più sciovinisti, più imperialisti del capitale finanziario”.

“L’avvento del fascismo al potere non è l’ordinaria sostituzione di un governo borghese con un altro, ma è il cambiamento di una forma statale del dominio di classe della borghesia – la democrazia borghese – con una altra sua forma, con la dittatura terroristica aperta. Ignorare questa distinzione sarebbe un gravissimo errore. Ciò impedirebbe al proletariato rivoluzionario di mobilitare i più larghi strati di lavoratori della città e della campagna per la lotta contro la minaccia della presa del potere da parte dei fascisti e anche di utilizzare le contraddizioni che esistono nel campo stesso della borghesia.

Ma è un errore non meno grave e pericoloso sottovalutare l’importanza che hanno per l’instaurazione della dittatura fascista le misure reazionarie della borghesia che sono oggi rafforzate nei paesi della democrazia borghese e sopprimono le libertà democratiche dei lavoratori, falsificano e restringono i diritti del parlamento, intensificano la repressione contro il movimento rivoluzionario”.

Nella confusione attuale, in cui vengono spesso tracciati parallelismi tra il periodo attuale e gli anni ’30, ci sembra utile partire da queste definizioni di “fascismo” e “fascistizzazione”. Nell’esame di questi fenomeni, ci affidiamo all’analisi marxista-leninista dell’imperialismo, stadio di putrefazione del capitalismo che è caratterizzato dalla “reazione su tutta la linea”, dalla rafforzata aggressività del capitale contro il lavoro, dalla repressione del movimento operaio e popolare e dall’aggressività della politica internazionale delle potenze imperialiste contro i popoli.

Come abbiamo sottolineato nel nostro ultimo Congresso (maggio 2024), c’è quindi “una corsa contro il tempo tra l’oligarchia, le sue forze politiche, i suoi strumenti di dominio, sempre più repressivi, più aggressivi, e i lavoratori e i popoli che resistono e lottano per rifiutarsi di pagare la crisi di un sistema che avvantaggia solo una piccola minoranza”.

Una delle questioni fondamentali è sapere a che punto siamo in questa corsa contro il tempo. Alla vigilia di un colpo di forza che sostituirebbe “una forma statale di dominio di classe della borghesia – la democrazia borghese – con un’altra sua forma, con la dittatura terroristica aperta”? O in un processo di reazione crescente nel quadro delle istituzioni borghesi? Questa è la differenza tra “fascismo” e “fascistizzazione”. La risposta a questa domanda è fondamentale: o è il “fronte repubblicano” contro l’imminenza di un golpe fascista, utilizzando “le contraddizioni esistenti nel campo della borghesia stessa”, o la lotta implacabile contro tutte le manifestazioni della fascistizzazione del sistema e quindi contro le forze che lo promuovono.

L’accelerazione della fascistizzazione

Abbiamo ricordato al nostro Congresso che “la fascistizzazione ha una base economica, il rafforzamento del diktat dei monopoli più potenti e aggressivi nel contesto dell’aggravamento della crisi dell’imperialismo francese, che è esso stesso parte della crisi del sistema capitalista imperialista. Il rafforzamento del dominio di questi monopoli è accompagnato dal super sfruttamento della classe operaia e delle masse lavoratrici, dall’impoverimento delle masse popolari e dall’intensificazione del saccheggio imperialista”.

Questa base economica ha un riflesso al livello della sovrastruttura della società (dello Stato, delle istituzioni, dei partiti…): “Per questo non limitiamo la fascistizzazione alla questione dell’estrema destra nella sua forma ‘parlamentare’ o sotto la forma dei gruppi di estrema destra. Sono uno strumento nelle mani dell’oligarchia per dividere la classe operaia e le masse popolari […], per cercare di deviare la collera che si sta accumulando su un terreno reazionario. Ma non perdiamo di vista il fatto che è lo Stato ad avere il ruolo principale nella fascistizzazione.”

La condizione della democrazia borghese parlamentare è rivelatrice: “Macron non ha intrapreso una grande riforma della Costituzione, ma ha agito su due altri fronti. Il primo è l’opera di liquidazione dei partiti politici tradizionali e dei riferimenti alla sinistra e alla destra. Il secondo è l’uso di procedure, consentite dalle stesse istituzioni, per approvare leggi profondamente antioperaie e antipopolari, come abbiamo visto in particolare con la riforma del sistema pensionistico. Ha contribuito alla delegittimazione delle istituzioni e dei meccanismi di rappresentanza della democrazia borghese, e allo stesso tempo ha rafforzato il peso dell’esecutivo, e più precisamente quello del presidente.»

Un’altra manifestazione di questa fascistizzazione è la messa in discussione delle libertà democratiche: “È in questo campo che l’involuzione reazionaria è più visibile. Riguarda in particolare due ambiti: la “sicurezza interna”, la criminalizzazione degli stranieri e la repressione sistematica dei sindacalisti e delle organizzazioni sindacali. [1] La “guerra al terrorismo islamico” è stata usata come giustificazione per tutta una serie di leggi che limitano le libertà democratiche […]. Le organizzazioni che difendono queste libertà sono a loro volta criminalizzate, finanziariamente e legalmente soffocate. L’ultima legge sull'”immigrazione” ne è un esempio. A ciò si aggiungono la violenza della polizia che gode di una sostanziale impunità, la xenofobia e il razzismo che si esprimono apertamente, la gestione da parte della polizia, dell’esercito e della magistratura delle rivolte giovanili nei quartieri popolari come abbiamo visto nell’estate del 2023 […]”.

Il controllo sociale, la sorveglianza di massa e il rafforzamento della polizia sono anch’essi elementi significativi di questa fascistizzazione, così come la concentrazione dei media nelle mani di un pugno di monopoli, alcuni dei quali non esitano a farne portavoce delle loro idee reazionarie.

Quando parliamo di fascistizzazione, dobbiamo anche evocare un altro fenomeno legato alla crisi del sistema imperialista e alla condizione, in questo quadro generale, dell’imperialismo francese: la militarizzazione della società. La volontà di salvare i profitti dei monopoli e di addossare tutto il peso della crisi ai lavoratori e ai popoli si traduce, dal punto di vista dell’oligarchia, in un’accelerazione della fascistizzazione.

Come abbiamo detto al nostro Congresso: “questa è la ‘risposta’ della borghesia, del suo Stato, dei partiti che difendono i monopoli”, che vogliono far ricadere tutto il peso della crisi sulle spalle dei lavoratori e dei popoli, reprimere la resistenza, spezzare le organizzazioni di lotta. Da questo punto di vista, ci sono preoccupanti progressi nella fascistizzazione. Ma noi non assimiliamo il processo (fascistizzazione) e il suo esito (fascismo).

Combattere l’estrema destra, la sua demagogia e le sue pretese di accedere al governo e alla presidenza della Repubblica non può essere fatto con coloro che le hanno aperto la strada.

È sulla base di questo esame della fascistizzazione che il nostro partito ha definito la sua posizione per il secondo turno delle elezioni legislative. Come abbiamo indicato, “la responsabilità del macronismo e della destra in questo processo e nell’ascesa dell’estrema destra, le politiche che hanno condotto, le leggi reazionarie che hanno imposto, la decisione di sciogliere l’Assemblea che ha offerto un’opportunità enorme al Rassemblement National (RN), l’isteria della campagna di Macron, del partito di destra Les Républicains contro le forze progressiste…   non gli consentono di presentarsi quali ‘bastioni’ contro il RN”. Questo è il motivo per cui non abbiamo chiesto un voto per loro al secondo turno nel caso in cui il Nuovo Fronte Popolare non sia presente e che sia un candidato di destra o di Macron a trovarsi faccia a faccia con un candidato del RN.

“Per noi, la lotta contro il RN s’inquadra nella lotta contro il fascismo, contro lo stato di polizia, contro lo stato al servizio dei monopoli, contro la politica di guerra”, e, quindi, nella lotta “per una rottura rivoluzionaria con il sistema capitalista imperialista”.

Nota 1) Dalle leggi Auroux del 1982 alle ultime riforme delle pensioni o dell’assicurazione contro la disoccupazione, le politiche padronali e dei governi hanno teso a smantellare le conquiste del movimento operaio e a rafforzare lo sfruttamento della forza lavoro. Figurano in cima a questo lungo elenco la legge sul lavoro (El Khomri) del 2016 e le “ordinanze Macron” del 2017, i cui aspetti importanti sono la volontà di regolare il “dialogo sociale” e la messa in discussione dei mezzi collettivi di difesa dei lavoratori. Anche questo è un lato della fascistizzazione. A tale proposito, si veda la nostra rivista Rupture n° 3: Resistenza operaia e popolare alla politica padronale e del governo (1983-2023).

Da “La Forge” n. 663, organo centrale del Partito Comunista degli Opera di Francia

 

Enquire here

Give us a call or fill in the form below and we'll contact you. We endeavor to answer all inquiries within 24 hours on business days.



    Dimostra di essere umano selezionando auto.