Lotta vittoriosa ed esemplare a Livorno
Al grido di “Livorno sa da che parte stare” abbiamo scritto una pagina importante della lotta di classe nel nostro paese Una lotta che non è facile riassumere senza rischiare di tralasciare qualcosa del percorso che ha portato a 20 giorni di presidio permanente e al blocco della città durante lo sciopero del 3 ottobre.
Il tutto è iniziato in pieno agosto col caldo e i lavoratori in ferie. C’è stata la chiamata in piazza per i primi di settembre dalla realtà “Livorno per la Palestina”, di cui anche noi comunisti facciamo parte. Manifestazione riuscita che ha visto scendere nelle strade e bloccare simbolicamente il porto da gran parte della popolazione livornese.
Nello stesso periodo il Gruppo autonomo portuali di Livorno (GAP) ha chiesto aiuto nella raccolta di cibo che la Global Sumud Flotilla doveva portare a Gaza. Seguendo l’indicazione dei camalli di Genova si decideva di bloccare tutto se la Flotilla fosse stata attaccata. Ci sono state quindi diverse assemblee pubbliche per sensibilizzare quante più realtà cittadine e regionali possibili.
Durante questo percorso il nostro intervento si è concentrato sul far capire l’importanza di dare sostegno durante il blocco, soprattutto per garantire la tutela dei lavoratori portuali che materialmente avrebbero incrociato le braccia, come poi di fatto è successo.
In concomitanza dello sciopero del 22 settembre era previsto l’arrivo della nave americana SLCN Severn che trasportava materiale bellico per la base di Camp Darby tra cui anche alcuni caterpillar provenienti da Israele, mezzi che probabilmente erano stati usati per spianare la striscia di Gaza.
Insieme ai portuali, la popolazione di Livorno ha invaso la banchina in cui la nave doveva attaccare e per due giorni sotto la pioggia non si è mossa fino a quando il sindaco in persona non è venuto a dire che la nave non sarebbe entrata in porto.
La lotta era appena iniziata. Per proseguire la mobilitazione a fianco della Flotilla e del popolo palestinese è stato occupato un capannone in disuso fuori dal porto e instaurato un presidio permanente dal nome Flotilla di Terra. La risposta della città è stata immediata, numerosa e commovente. Molte persone hanno partecipato rimanendo a dormire, partecipando alle varie assemblee e alle iniziative promosse. Altrettante hanno sostenuto il presidio portando cibo e suppellettili. Un donatore anonimo una sera ha inviato 50 pizze!
Le giornate trascorrevano nell’attesa di notizie della Flotilla che nel frattempo si avvicinava a Gaza.
Il 30 settembre è entrata in porto la nave commerciale israeliana Virginia Zim che trasportava anche dei contenitori che i portuali sospettavano contenesse materiale bellico. I lavoratori, iscritti sia alla CGIL sia a USB, hanno preso la decisione di non lavorare la nave: “Non un chiodo per Israele!”.
Nonostante le intimidazioni dei responsabili della banchina, che pensavano solo al loro tornaconto economico, i lavoratori hanno resistito e grazie anche al supporto dei cittadini la nave ha lasciato il porto senza scaricare o caricare niente.
Il 1° ottobre la marina militare dello stato sionista ha intercettato le barche della Flotilla. La reazione è stata immediata: i cittadini livornesi sono stati chiamati a radunarsi sotto il palazzo della prefettura per fare sentire la protesta e richiedere che il governo italiano prendesse subito posizione.
Il 2 ottobre è stata indetta un’assemblea per proclamare lo sciopero generale per il 3, mentre gli studenti bloccavano i binari della stazione.
La giornata del 3 ottobre rimarrà a lungo nella memoria della città. Seguendo lo slogan: “se non lo fa il governo lo facciamo noi”, è stato bloccato il porto, le strade di ingresso alla città e l’autostrada. Il blocco è durato ore.
Le immagini della lotta vincente di Livorno hanno fatto il giro del mondo e la stampa estera progressista la prendeva come modello da seguire per sviluppare la solidarietà fra i popoli.
Abbiamo fatto scuola e la lotta è stata esemplare. Siamo riusciti a superare le differenze e a lavorare insieme. Abbiamo dimostrato che quando lo scopo è grande e condiviso i proletari e le massa popolari sono invincibili e i governi tremano.
Quando l’equipaggio della Flotilla è stato rilasciato abbiamo sciolto il presidio permanente e aperto un’assemblea permanente con lo scopo di continuare a sostenere il popolo palestinese, ma anche di affrontare le gravi problematiche sociali e economiche. Continueremo a seguire questo percorso di lotta portando le nostre idee e offrendo il nostro contributo di comunisti organizzati. Finché i lavoratori saranno sfruttati e i popoli oppressi la nostra lotta non si fermerà.
Da Scintilla n. 155, ottobre 2025
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