Marche: le alluvioni e le loro tragiche conseguenze non sono una fatalità

Corrispondenza dalle Marche
La bomba d’acqua che si è abbattuta sulle Marche, in modo particolare nella provincia di Ancona e sul comune di Cantiano (PU), causando 11 vittime accertate e ingenti distruzioni materiali, secondo i metereologi è stata un evento estremo (in 2 ore è caduta la metà della pioggia che in media si riversa in un anno in quel territorio) causato dai cambiamenti climatici.
Al caldo enorme degli anticicloni africani, che si spostano verso nord a causa delle emissioni di gas serra, subentrano correnti fredde e questo contrasto termico provoca i fenomeni estremi come alluvioni, forti temporali, grandinate, fulmini.
Assieme al cordoglio che esprimiamo ai familiari delle vittime dobbiamo manifestare la denuncia delle malefatte della classe al potere e del modo di produzione che difende.
Non si tratta di fatalità, ma delle inevitabili conseguenze di un sistema socio-economico giunto in fase terminale, distruttore del genere umano e dell’ambiente in cui vive, lavora, si riproduce.
Il capitalismo – e non l’azione dell’uomo in astratto – ha provocato per la sua legge di accumulazione illimitata la crisi climatica attuale.
L’equilibrio naturale del pianeta è sconvolto dalle leggi di funzionamento di un sistema barbaro, che si basa sul raggiungimento del massimo profitto a ogni costo, entrando in conflitto permanente con le leggi della natura.
Nessuna seria politica di abbattimento delle emissioni di CO2 viene realizzata, perché ciò va a cozzare contro gli interessi dei monopoli capitalistici.
L’assetto idro-geologico del nostro paese è debole e fragile, dissestato e devastato da decenni di speculazione edilizia, deforestazioni selvagge, incuria, mancanza di manutenzione. Il 94% dei comuni è a rischio dissesto e soggetto a erosione costiera. Oltre 8 milioni di persone abitano in aree ad alta pericolosità. Questo mentre aumenta costantemente la superficie di territorio soggetta a frane e alluvioni.
Per mettere mano alla situazione ci vogliono azioni concrete e urgenti di adattamento alla situazione climatica, di prevenzione, di mitigazione degli effetti, di manutenzione dei sistemi fognari e stradali.
Ma questo non si può fare nel regime attuale, perchè il fenomeno è ampiamente sottovalutato e le ingenti risorse economiche che servono non vengono stanziate dai governi borghesi. Al contrario, vengono tagliate a favore delle spese militari (che nel 2022 superano i 25 mld di euro), mentre i tecnici che servono per la prevenzione non vengono formati, preferendo formare specialisti delle truffe finanziarie.
In Italia la borghesia non vuole mettere in campo alcuna politica efficace per affrontare le cause e le conseguenze del cambio climatico, gestendo in modo adeguato il territorio. Non c’è alcun piano nazionale per la messa in sicurezza dei territori e nemmeno una cultura del rischio idrogeologico, indispensabile per adottare comportamenti corretti in caso di emergenza. Viene invece diffusa dai media la cultura spazzatura, antiscientifica. E la
chiesa fa la sua parte con gli appelli al cielo per scongiurare i mali provocati dalla borghesia in terra.
La classe dominante non può rallentare e fermare il cambiamento climatico, né attuare serie misure di prevenzione e contrasto ai fenomeni distruttivi che causa. perché ciò cozza con le condizioni di esistenza del regime economico vigente. Le emissioni di gas serra continuano a ritmi tali da superare prima del previsto i tetti ipocritamente fissati e mai rispettati.
I voraci interessi degli Stati e dei monopoli (come quelli petroliferi), le contraddizioni insanabili fra paesi imperialisti e capitalisti, impediscono di adottare misure stringenti ed efficaci per prevenire la catastrofe ambientale, che si intreccia con le altre crisi: economica, politica, sociale, energetica, sanitaria, etc.
Di conseguenza, tragedie come quella avvenuta nelle Marche si ripeteranno.
Il capitalismo è barbarie, devastazione e morte. Una vera politica di prevenzione, programmazione e stanziamento di risorse e mezzi adeguati si potrà fare solo nel socialismo scientifico, il quale realizzerà un’organizzazione cosciente della produzione sociale nella quale si regolerà razionalmente lo scambio materiale fra gli esseri umani e la natura.
Dobbiamo essere consapevoli che la rivoluzione con cui il proletariato conquisterà tutto il potere non sarà un atto pacifico, ma ci risparmierà molte più vittime di quelle che piangiamo quotidianamente sui posti di lavoro e nel territorio.
17 settembre 2022

Pubblicata su Scintilla di ottobre 2022

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