Non dimentichiamo i crimini del fascismo

Il 10 febbraio ricorre il “giorno del ricordo”. Sulle foibe è sufficiente rimandare ai lavori di Spazzali, di Scotti e soprattutto di Chiara Cernigoi autrice del libro “Operazione foibe. Tra storia e mito” che contestualizzano i fatti nelle vicende del periodo di guerra e di violenta occupazione nazifascista, stimando su basi reali i soggetti (quasi tutti compromessi con il fascismo e nazismo), demolendo le tesi propagandistiche e i numeri sparati da “storici” mistificatori come Pupo e Spazzali.
La mitologia delle “pulizia etnica” è stata inventata di sana pianta dai fascisti per tentare di nascondere i loro crimini efferati e vergognosi. Ed è stata supportata dalla borghesia che continua a coltivare la sua ambizione espansionistica ad est.
Quest’anno, col governo di estrema destra, la giornata servirà a rafforzare un esasperato anticomunismo e il veleno sciovinista, facendo passare l’idea che l’ “interesse nazionale” si difende soprattutto al di fuori dei confini, riarmando e partecipando alla guerra della NATO.
Tutti coloro che mitizzano e mistificano le foibe (sulla base di documenti fascisti) lo hanno fatto e lo fanno nell’intenzione di infangare la Resistenza e occultare i crimini del fascismo non solo in Italia e in Jugoslavia, ma anche in Francia, Spagna, Polonia, Ungheria, Austria, nella stessa Germania, per non parlare dell’Unione Sovietica. Crimini spaventosi che hanno prodotto fiumi di sangue del proletariato e dei popoli.
La platea dei mentitori di professione e dei “relativisti” di destra e della sinistra borghese oggi si sta ampliando con la guerra in Ucraina, dove è diventato ‘politicamente corretto’ strizzare l’occhio alle stragi dei nazisti locali, non solo nella seconda guerra mondiale (un solo nome, Babij Jar, il luogo dei massacri vicino a Kiev fa raggelare il sangue), ma anche sui fatti di Maidan, sulle stragi di Odessa e del Donbass, con i nazisti attuali fatti passare per “eroi della resistenza”.
Per restare all’Italia, oltre Marzabotto, Sant’Anna di Stazzema, le Fosse Ardeatine, sono centinaia i siti dove si è torturato ed ucciso per rappresaglia. L’ANPI stima oltre 23.000 vittime di questo tipo, senza dimenticare la Risiera di San Sabba, Bassano del Grappa e tanti altri luoghi dove sono stati gassati o fucilati a decine e centinaia i partigiani.
Cifre anche maggiori per la ex Jugoslavia, in cui è d’obbligo ricordare i 150 mila deportati nei campi di concentramento dell’isola di Rab in Croazia, di Gonars (UD), di Monigo (TV), di Chiesanuova (PD), di Renicci (AR), di Alatri (FR) e decine di altri.
Vanno ricordati gli odi interetnici scatenati dalla politica razzista di ‘snazionalizzazione’ delle popolazioni slovene e croate. Gli slavi risparmiati dalle espropriazioni e dalla pulizia etnica ordinata dai generali italiani su direttiva di Mussolini si videro imporre la lingua e i costumi italiani, italianizzando perfino i cognomi.
Così come non è possibile dimenticare che nelle foibe furono gettati partigiani, civili e donne, arrestati e torturati dal famigerato “Ispettorato speciale” di Collotti.
I responsabili? Il fascismo, a partire dai gerarchi e dai comandanti militari che si sono posti al suo servizio. Tra di essi il generale Roatta, responsabile del campo di Rab, quindi delle morti per inedia ed epidemie ivi avvenute, oltre che della spietata repressione antislava. “Campo di concentramento non è campo di ingrassamento” ebbe a dire un suo collaboratore, il generale Gambara. Ebbene, questo voltagabbana fuggì con il re a Brindisi avendo evitato, dopo la caduta del fascismo nel luglio 43, di chiudere il Brennero e minare le vie di comunicazione verso l’Italia, e soprattutto senza aver organizzato la difesa di Roma.
Tra i principali responsabili militari vi furono il fascistissimo generale Graziani e un altro famoso voltagabbana, il maresciallo del regno Badoglio. Se il secondo, come Roatta, scappò a Brindisi e si ‘rifece una verginità’, il primo si macchiò dei crimini in seguito alla repressione anche dopo l’8 settembre. Ma fu ‘perdonato’ e finì negli anni 50 alla presidenza onoraria del MSI, il partito dei funzionari di Salò, in cui entrarono golpisti del calibro di Borghese e Rauti (oggi Meloni e La Russa rivendicano la militanza in quel partito neofascista).
Ebbene, questi criminali oltre a quanto ricordato, si sono macchiati di crimini orrendi in Libia, in Etiopia e nel corno d’Africa dove, tra l’altro, eseguirono con entusiasmo l’ordine di Mussolini di usare i gas per sterminare la popolazione, come ha documentato lo storico Del Boca.
Nel 1949 l’Italia, è bene ricordare, rifiutò l’estradizione di Graziani richiesta dall’Etiopia. Malgrado gli orrendi crimini delle guerre coloniali verso i patrioti libici ed abissini la ‘comunità internazionale dei diritti umani’, quindi i “Del Ponte” di quel tempo, ben si guardarono dal perseguire questi assassini.
In Italia tutti, ad eccezione del prefetto Caruso raggiunto dalla giustizia popolare, la fecero franca e sui loro crimini di guerra è calato un pesante silenzio.
Perseguire i criminali italiani per i massacri coloniali avrebbe comportato per Gran Bretagna, Francia, Stati Uniti, così come per Spagna e Portogallo il rischio di punire i propri criminali in un momento in cui il colonialismo era tenuto in piedi con la repressione dei movimenti nazionali. Anche per l’alleato Chiang Kai-scek, massacratore del popolo cinese, non solo finì tutto liscio, ma fu riconosciuto per anni come legittimo rappresentante dell’ONU della Cina. Ma anche dopo la fine del colonialismo nessuno pagò.
In Francia uno dei massacratori del popolo algerino finì nientemeno che alla presidenza della Repubblica.
Nemmeno negli USA, dove simpatizzanti e militanti nazisti erano numerosi, nessuno pagò.
Norimberga a parte, il cui processo nella temperie del tempo non si poteva non svolgere, solo nei territori liberati dall’Armata Rossa, in Jugoslavia e nella piccola Albania gli assassini fascisti e nazisti furono perseguiti e puniti.
Nessuna riconciliazione, nessuna pietà per i “vinti” criminali, rivendichiamo la legittimità della giustizia partigiana.
Onore e gloria ai Partigiani che hanno fatto pagare a fascisti, nazisti e collaborazionisti le loro infami imprese.
Da Scintilla n. 131 (febbraio 2023)
ALCUNE IMMAGINI DI CRIMINI COMMESSI DAI FASCISTI ITALIANI NELLA EX JUGOSLAVIA
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