Oscurantisti e reazionari, giù le mani dai diritti riproduttivi delle donne!

Il governo Meloni, il primo governo con una donna presidente che “ama” tanto le donne e la famiglia del “mulino bianco” ha colpito ancora.
Con l’approvazione del decreto PNRR il governo ha dato il via libero all’accesso ai consultori alle organizzazioni pro life. Organizzazioni che dovrebbero aiutare le donne a prendere la decisione giusta quando si recano al consultorio per ottenere l’IVG.
Organizzazioni che nel 2019, a Verona con il sostegno in primis del nostro presidente della Camera Fontana, promossero il famoso Congresso della Famiglia, che fu finanziato anche da oligarchi russi vicino a Putin, perché allora i soldi russi non facevano schifo.
In realtà i pro life non fanno altro che far sentire le donne assassine e in colpa, basta ricordare i feti in plastica o i sit in davanti agli ospedali nei giorni in cui sono programmati aborti.
È scandaloso che questi avvoltoi per fare questo siano pure finanziati coi fondi europei, che potevano essere invece usati per implementare la rete dei consultori. I consultori chiusi, a causa dei continui tagli alla sanità, ammontano oggi a 244.
Noi comunisti non ci siamo stupiti di questa risoluzione. Ancora ci risuonano le varie dichiarazioni della ministra della natalità e della famiglia: “la maternità è un lavoro socialmente utile che alimenta competenze che vanno valorizzate”, ma anche “purtroppo l’aborto è una libertà delle donne”, e nella storia del Governo Meloni sono ad oggi svariate le proposte di legge che si schierano apertamente contro il diritto all’aborto.
Tra queste ricordiamo quella proposta da Fratelli di Italia di riconoscere la soggettività giuridica agli embrioni dal momento del concepimento.
Nel febbraio di quest’anno è approdata alla Camera la proposta di legge di iniziativa popolare “Un cuore che batte”, promosso da associazioni di stampo cattolico e di estrema destra, che introduce nell’art.14 della legge 194 l’obbligo per “Il medico che effettua la visita che precede l’interruzione volontaria di gravidanza di far vedere, tramite esami strumentali, alla donna intenzionata ad abortire, il nascituro che porta nel grembo e a farle ascoltare il battito cardiaco del feto”.
La proposta di legge in questione risulta essere già in vigore in altri paesi, tra i quali l’Ungheria ultrareazionaria di Victor Orban.
Come comunisti riteniamo anche ipocrita la protesta dei partiti di opposizione. È facile adesso, in piena campagna elettorale, fare leva sulla sensibilità delle donne riguardo a questo argomento. Ma dobbiamo ricordare a Elly Schlein che il suo partito nel 2019 aprì le porte dei consultori toscani ai suddetti gruppi finanziandoli e che questo accordo fu firmato dall’assessora Saccardi.
Nessuno dei governi di centro-sinistra che si sono succeduti negli ultimi decenni ha fatto niente per la piena applicazione della legge 194, togliendo ad esempio l’ipocrita obiezione di coscienza (è risaputo che i ginecologi obiettano per fare carriera).
Sono 31 le strutture sanitarie con il 100% di obiettori di coscienza, oltre 50 quelle con una percentuale superiore al 90% e oltre 80 quelle con un tasso di obiezione dell’80%. Di quali dati sono in possesso la ministra Roccella e il governo quando sostengono che sia più facile abortire che partorire o che l’obiezione di coscienza non costituisce un problema?
Le donne hanno sempre abortito, per condizione o per libera scelta. Negando questo diritto riproduttivo incontestabile, o rendendo ancora più difficile l’accesso all’interruzione di gravidanza, si attaccano la libertà e i corpi delle donne, e si impedirà di abortire in sicurezza.
Le donne che maggiormente subiranno le conseguenze del decreto governativo saranno come sempre quelle dei ceti più bassi. Chi se ne avvantaggerà? I “crociati pro-life”, le cliniche private e la cupola ecclesiastica.
Come comunisti non possiamo che chiamare alla lotta le donne proletarie e degli strati popolari perché questo diritto venga rispettato e garantito, denunciando le ipocrisie della destra e della sinistra borghese e al tempo stesso lavorare per la ricostruzione di un partito comunista rivoluzionario, perché solo col comunismo avremo pieni diritti come esseri umani.
Esprimiamo solidarietà alle studentesse e agli studenti aggrediti dalla polizia per aver tentato di raggiungere il 10 maggio gli “Stati generali della natalità” all’Auditorium della Conciliazione a Roma. Non lasciamoci intimidire, avanti con la mobilitazione!
Da Scintilla n. 145 – maggio 2024
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