Paghino i padroni, i ricchi e i parassiti!
Solo nel settore auto 25.000 operai sono a rischio licenziamento per scadenza, il 31 dicembre, della Cassa Integrazione Guadagni (cig). È solo la punta di un iceberg. L’intero settore metalmeccanico soffre, così anche il tessile, il legno e gli altri comparti industriali – con l’eccezione dell’industria di guerra – arrancano. Si tratta di un fenomeno che ha profonde radici strutturali.
Si pone quindi con urgenza il da farsi. L’obiettivo immediato è chiaro.
In primo luogo la cig va prorogata così come si è fatto recentemente con i dipendenti ex-Alitalia. Nessuno deve essere sbattuto sul lastrico, pagando per colpe non sue.
Le giornate di sciopero del 18 e del 25 ottobre non bastano e non sono efficaci se non sono seguite da una immediata mobilitazione permanente senza attesa di tavoli e tavolini di crisi. La classe operaia deve essere messa in condizione di esprimere il suo potenziale di lotta. Servono lotte più dure? Scioperi a scacchiera? Ebbene, si passi ad organizzarle.
È stato proclamato uno sciopero generale? Ebbene, si agisca perché sia largo ed incisivo.
In secondo luogo si deve ottenere che la cig non sia pagata con i contributi degli stessi lavoratori. La recessione del capitale non deve essere ancora una volta scaricata su chi la crisi subisce, ovvero sui lavoratori.
Le risorse ci sono: l’Italia è un paese la cui ricchezza è sempre più concentrata in poche mani. Da decenni il rapporto fra salari, profitti e rendite si è spostato a favore delle classi proprietarie e parassitarie. Ci sono manager che guadagnano quanto 1000 operai. Perché devono farla sempre franca?
Ci sono grandi monopoli dell’industria e della finanza che hanno approfittato alla grande della recente ondata inflazionistica per realizzare profitti ed extraprofitti miliardari.
E c’è l’ennesimo governo filopadronale, più reazionario dei precedenti, che dal momento del suo insediamento ha attuato misure per consolidare e accentuare lo spostamento della ricchezza verso capitalisti e ricchi, già abbondantemente privilegiati.
Per esempio, abbassando le tasse dei redditi alti e medio-alti mediante la riduzione delle aliquote fiscali, detassando in tutti i modi possibili gli utili d’impresa e soprattutto evitando nel modo più assoluto di rivedere la scandalosa tassazione separata e ridotta dei redditi da capitale, delle rendite finanziarie ed immobiliari, delle plusvalenze di borsa.
Non un euro di maggior tassazione degli extraprofitti bancari: solo anticipi che andranno restituiti (forse con interessi) per far quadrare un po’ di conti con UE, FMI, agenzie di rating.
E ci sono i grandi patrimoni mobiliari ed immobiliari che la menzognera attrice di Palazzo Chigi si guarda bene dal toccare. Un esempio tra i tanti? Lo scandalo della cedolare secca con cui si alimentano vorticosamente le rendite delle grandi società immobiliari, senza far nulla per calmierare affitti a livelli proibitivi (con una quantità di abitazioni sfitte a scopo speculativo) che costringono un numero crescente di persone ed intere famiglie a vivere in ricoveri di fortuna.
Ci sono i beni ecclesiastici miliardari che nessuno si sogna di toccare. Ci sono poi le crescenti spese militari per essere all’“altezza” del nuovo clima bellico, per continuare gli aiuti militari a Ucraina e Israele, per i contributi alla Nato, oltre che per le ambizioni dell’ “imperialismo straccione” in giro per il mondo, specialmente in Africa (piano Mattei).
Per questo dobbiamo opporci chiamando alla mobilitazione del proletariato. Basta licenziamenti e salari da fame. Non sono gli operai e la povera gente a dover pagare!
Forte imposta sui patrimoni immobiliari e mobiliari, personali e generali, del 10% più ricco della società. Tassazione fortemente progressiva, sgravando il salario dei proletari. Colpire profitti e extraprofitti, i capitali e le proprietà dei grandi evasori e frodatori, dei mafiosi, dei corrotti. Abbattimento delle spese militari per la politica di guerra NATO/UE, il riarmo e missioni all’estero. Abolizione di tutti i privilegi di cui godono Vaticano e clero. Paghino ricchi, padroni, banche, pescecani della finanza, clero e parassiti! Via il governo Meloni!
Ci vuole un vero sciopero generale seguito da un crescendo di lotta per liberarci da questo governo padronale e autoritario!
Da Scintilla n. 149, novembre 2024
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