Piombino: NO al rigassificatore!

Corrispondenza dalla Toscana

A Piombino si va avanti a tappe forzate  per realizzare entro maggio 2023 il rigassificatore, nonostante la vasta opposizione popolare.

Da alcune settimane 300 operai sono costretti a lavorare h. 24, sette giorni su sette.  Anche l’adeguamento del porto di Livorno prosegue senza soste per installare chilometri di tubazioni che trasporteranno il gas naturale liquefatto (GNL) dalla nave Golan Tundra che a breve arriverà a Piombino e verrà ancorata nella rada (resterà lì per lunghi anni) fino alla banchina e alla terraferma.

La Snam, che ha acquistato la nave che riceverà il GNL in arrivo in Italia e lo trasformerà in modo che possa essere immesso nella rete, assicura di essere in linea con i tempi.

Ma da dove arriverà questo gas e a quali prezzi?

E’ presto detto: dagli USA che da anni spingono per ottenere l’indipendenza italiana ed europea dal gas russo e rendere il nostro paese sempre più un vassallo obbediente di Washington.

E i prezzi del GNL che arriva via nave sono superiori del 50% rispetto al gas naturale trasportato via gasdotti e venduto attraverso contratti a lungo termine.

La Regione Toscana (in mano al PD) e il comune di Piombino (in mano a FDI) sono parte attiva di questo rigassificatore che è funzionale  ai piani dell’imperialismo USA e dei monopoli energetici italiani, Eni in testa.

I politicanti locali, in lizza fra di loro, puntano ad avere compensazioni sulla testa della popolazione che subirà tutti i rischi legati a quest’opera di alto impatto ambientale; una “bomba a vita” estremante pericolosa per la salute pubblica, senza contare le possibili devastanti conseguenze di attacco in un contesto di guerra con la Russia che vede l’Italia particolarmente esposta.

La militarizzazione dell’economia trasformerà drammaticamente  Piombino e il suo comprensorio, bloccando qualsiasi processo di diversificazione economica e dando il colpo di grazia all’occupazione.

C’è l’incognita del ricorso al Tar, che ha rigettato la richiesta di sospensiva e si dovrà pronunciare a marzo, ma non sarà un ostacolo insuperabile, potrebbe al limite causare rallentamenti.

Basta ricordare che con il pretesto dell’emergenza è stata esclusa persino la procedura di impatto ambientale, quando è noto che la filiera del GNL disperde nell’atmosfera metano che ha un forte potere di alterare il clima. Emissioni che sono ancora maggiori quando il processo estrattivo deriva della fratturazione di rocce di scisto, usata per il gas esportato in enormi quantità dagli USA.

La partita che si gioca a Piombino è strategica per la borghesia e il suo attuale governo che per ottenere i 7 miliardi di metri cubi di gas via nave sono pronti ad adottare qualsiasi misura e mezzo per costruire i rigassificatori a Piombino e a Ravenna (quest’ultimo dovrebbe essere pronto per il 2024).

La vicenda del rigassificatore di Piombino, fortemente osteggiato dai comitati locali, dimostra che assieme alla guerra imperialista e alla crisi energetica, si sviluppa la reazione politica e l’autoritarismo, che si esprime con l’arroganza del potere e la sudditanza della politica borghese e piccolo borghese ai grandi interessi economici e geopolitici.

Il rigassificatore è il frutto marcio di una guerra ingiusta e di interessi imperialisti.

La mobilitazione dunque non deve fermarsi, ma estendersi sul piano nazionale, senza riporre fiducia nelle istituzioni centrali e locali che fanno gli interessi  del capitale sfruttatore, parassitario e devastatore della natura, scaricando i costi delle sue malefatte sulla classe operaia e le masse popolari.

La lotta per il lavoro, la difesa dell’ambiente e la salute continua. Sosteniamo la manifestazione nazionale a Piombino del 31 marzo! No a rigassificatori, trivelle e gasdotti! No alla guerra imperialista!

Da Scintilla n. 131 (febbraio 2023)

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