Profitti sporchi di sangue dei lavoratori

Il 23 ottobre 2024 è avvenuto un grave incidente sul lavoro nell’impianto della Toyota Material Handling di Borgo Panigale, alle porte di Bologna. Nello stabilimento è avvenuta un’esplosione che ha causato il crollo di una parte del capannone, uccidendo due operai di 34 e 37 anni e ferendone altri undici, di cui uno in gravi condizioni.

Secondo le prime ricostruzioni, la causa dell’infortunio sarebbe da ricondurre al malfunzionamento di un compressore.

Nell’impianto di Bologna, considerata una fabbrica “modello” con circa 850 lavoratori. i sindacati avevano indetto due ore di sciopero per il giorno seguente, il 24 ottobre, proprio su questioni legate alla sicurezza.

Ora la fabbrica ha chiuso e collocato tutti i lavoratori in cassa integrazione. Oltre al danno anche la beffa. Il padrone mette così i lavoratori di fronte ad un bivio: o si muore sul lavoro o si muore di fame.

Quanto avvenuto è la dimostrazione che non esiste un capitalismo “buono” e uno “cattivo”.

Toyota è un azienda di punta, altamente sviluppata, che si fa anche pubblicità sulla questione della sicurezza sul lavoro.

Ma lo sviluppo delle forze produttive nel capitalismo non elimina né la miseria, né la rovina fisica e intellettuale della massa dei lavoratori, scavando invece un abisso sociale più largo e più profondo e inasprendo gli antagonismi di classe.

Per i capitalisti, per i loro governi e per i politicanti che rappresentano i loro interessi, i morti sul lavoro sono effetti collaterali dello sfruttamento e perciò accettati come inevitabili. I padroni utilizzano i lavoratori come carne da macello per ottenere i loro profitti, che sono sempre macchiati di sangue dei lavoratori sfruttati.

Per difendere la salute e la sicurezza, il lavoro e il salario, per non essere vittime degli interessi di un pugno di sfruttatori e parassiti, affinché ci sia la garanzia di un lavoro per vivere e non per morire, non basta esprimere indignazione di fronte a casi eclatanti di morti sul lavoro. E non basta nemmeno invocare più controlli.

Va sviluppata l’organizzazione e la mobilitazione di classe, per esigere misure di sicurezza adeguate, contro i licenziamenti e la riduzione del salario.

Non sacrifichiamo la nostra vita sull’altare del profitto capitalistico!

Imponiamo con la lotta l’adozione dei mezzi necessari a salvaguardare la sicurezza e la salute, in  fabbrica e negli altri luoghi di lavoro, così come sui mezzi di trasporto.

Niente sicurezza e salute? Niente produzione!

Da Scintilla n. 149, novembre 2024

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