Propaganda di guerra e lotta per la pace
Gli agenti dei servizi europei e statali, politici e militari, i rappresentanti dei monopoli bellici ed energetici, i loro staffieri nei partiti politici borghesi, fanno un gran rumore sulla possibilità di una guerra dei paesi europei contro la Russia nei prossimi 3-5 anni.
Lanciano inquietanti allarmi sulla terza guerra mondiale, fanno previsioni terrificanti, accrescono la tensione internazionale, già ai massimi livelli.
Abbiamo letto le dichiarazioni di personaggi del calibro di Borrell, di Tusk, di Kahl, di Pistorius, di Kubilius, di Vucic, di Clark, di Kallas, di Crosetto, di Masiello e di altri atlantisti ed europeisti che sono professionisti della disinformazione e della guerra psicologica.
Tutti costoro, assieme ai generali di una NATO sempre più guerrafondaia e a una Commissione europea sempre più spostata a destra (con una forte influenza dei paesi baltici e dell’Europa orientale che sono in prima linea nel sostegno politico, finanziario e militare della UE all’Ucraina), dicono che dobbiamo cambiare mentalità, prepararci alla guerra, rafforzare la “prontezza civile e militare” dei cittadini europei, come ha scritto l’ex presidente finlandese Niniisto nel suo rapporto a Ursula von der Leyen.
Addirittura dovremmo fare scorte per sopravvivere in caso di una possibile aggressione della Russia, mentre gli stessi bellicisti ci spiegano che bisogna condurre “guerre difensive” a migliaia di chilometri dai confini dei loro territori, in Asia, nel Pacifico, in Africa!
Questi briganti hanno bisogno di scalpore per aiutare i governi a riarmare, a mettere l’economia su un piede di guerra, ad aumentare le spese militari a scapito di quelle sociali, a sviluppare la fascistizzazione e la mobilitazione reazionaria dell’opinione pubblica.
Vi sono forze aggressive, militariste che sono assetate di guerra, che hanno bisogno della guerra per realizzare sovrapprofitti, per depredare le risorse di altri paesi, allargare le zone di influenza, conquistare mercati, etc.
Sono i miliardari, i mercanti di cannoni e di bombe che considerano la guerra come una fonte di entrate che apporta enormi benefici ai monopoli finanziari di cui esprimono gli interessi.
Queste forze aggressive hanno nelle loro mani i governi reazionari come quello di Meloni, i parlamentari italiani ed europei liberal-riformisti, popolari e “verdi” (vedi la recente risoluzione del parlamento europeo che esprime una precisa volontà politica: quella di continuare e acutizzare la guerra, rafforzando le posizioni della NATO e della Commissione UE).
Sul loro carro vi sono i social-sciovinisti che intossicano quotidianamente le masse per mezzo del veleno sciovinista e militarista sparso ogni giorno dalla stampa, dalla tv, dalle radio, dai media sociali che gestiscono o in cui sono ospitati. Tra di loro vi sono i dirigenti dei partiti liberali e riformisti, come il PD, i capi dei sindacati collaborazionisti.
Questi predicatori appoggiano la politica di guerra della borghesia, appoggiano le spese per il riarmo, sono favorevoli all’invio di armi e fondi in Ucraina spacciandola dietro la formula ingannatrice della difesa degli interessi nazionali, quando in realtà difendono gli interessi dell’imperialismo USA e di quello italiano.
Tutti i briganti fautori e seguaci della politica di guerra imperialista sabotano qualsiasi ipotesi di accordo, qualsiasi processo negoziale, qualsiasi cessate il fuoco, di modo che possono dimostrare la necessità di continuare ed estendere la guerra, inviare armi sempre più letali al vassallo ucraino, facendo ricadere la colpa sui “nemici” russi e cinesi. Loro, gli artefici dell’insicurezza, si appellano alla sicurezza rafforzando le politiche di guerra!
Ma queste forze temono i lavoratori e i popoli che non vogliono la guerra e desiderano il ristabilimento e il mantenimento della pace.
Perciò essi cercano di influenzare, di condizionare i lavoratori e i popoli con la loro velenosa propaganda bellica, per ingannarli, presentando una nuova guerra come una guerra di “difesa”.
Vogliono in questo modo imporre i loro piani aggressivi, rafforzare e modernizzare la macchina militare, mettere in piedi stati polizieschi, facendo ricadere sulle spalle dei lavoratori e sui popoli il peso delle spese militari (in Italia arriveranno a 32 miliardi di euro nel 2025, a scapito delle spese sanitarie, sociali, educative, etc.), ripristinare la coscrizione obbligatoria per chiamare alle armi carne da macello da trascinare in nuovi massacri per gli interessi dalle classi dominanti.
Il militarismo che da sempre fa parte dell’economia, della politica e dell’ideologia borghese, sta giungendo a un nuovo livello.
La causa della pace sarà salvaguardata e consolidata solo se i lavoratori e i popoli la prenderanno nelle proprie mani, e la difenderanno fino in fondo, sostenendo l’interdizione delle armi nucleari, la cessazione della produzione delle armi di distruzione di massa, la riduzione degli armamenti e delle spese militari, l’uscita dalle alleanza belliciste come la NATO e l’UE.
La guerra può diventare inevitabile se i fautori di guerra riusciranno a avviluppare le masse popolari in una rete di menzogne, a ingannarle e coinvolgerle nei loro piani criminali.
Perciò è necessario organizzare una larga campagna contro i propagandisti di una nuova guerra mondiale, per smascherare le macchinazioni dei provocatori di guerra, battere i guerrafondai e le loro politiche militariste e repressive.
Nessuna azione dei fautori di guerra deve rimanere senza la dovuta risposta da parte della nostra stampa, dei nostri media, dei nostri discorsi quotidiani fra i lavoratori, fra le masse popolari, perché siano tempestivamente smascherati i provocatori della guerra e non sia data loro la possibilità di ingannare i lavoratori a danno degli interessi della pace fra i popoli.
Occorre combinare strettamente la lotta contro la guerra alla lotta di classe per le esigenze vitali degli operai e degli altri lavoratori sfruttati, ed entrambe alla lotta per un nuovo mondo, senza guerre ingiuste, di rapina, a danno dei popoli: il mondo del socialismo proletario.
Questa attività ha oggi un’importanza di primo piano.
Ogni comunista, ogni proletario avanzato, ogni sincero amante della pace, ha il compito di svilupparla nella pratica di lotta e di propaganda rivoluzionaria quotidiana.
Da Scintilla n. 149, novembre 2024
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