Proseguire la mobilitazione contro il Ddl 1660

Dopo le riuscite manifestazioni nazionali del 19 ottobre e del 14 dicembre 2024 (dal diverso contenuto fra di loro e al loro interno), non si ferma la battaglia contro il Ddl 1660.
Il 10, 11 e 12 gennaio 2025 vi saranno giorni di mobilitazione e assemblee.
Ci sforzeremo di essere presenti con le nostre posizioni e parole d’ordine, sostenendo l’unità di azione per l’obiettivo comune: fermare il Ddl 1660.
Come abbiamo più volte evidenziato, il Ddl 1660 è un altro passo verso la barbarie aperta e l’istituzionalizzazione di una forma reazionaria di politica emblematica del declino dell’imperialismo italiano.
Il suo scopo è criminalizzare e reprimere le lotte patrimonio della classe operaia, come i blocchi stradali e ferroviari, i picchetti per gli scioperi, etc., le altre forme di protesta sociale, come le occupazioni di case sfitte, le mobilitazioni contro le grandi opere inutili e dannose, quelle in difesa dell’ambiente, etc., lo stesso diritto al dissenso e alla libertà di espressione conquistati con la Resistenza.
È evidente il nesso fra questo Ddl di stampo fascista e razzista e la politica bellicista perseguita dal capitalismo italiano e dal suo governo autoritario.
La guerra imperialista necessita non solo dell’aumento delle spese militari a detrimento di quelle sociali, ma anche della pacificazione forzata delle retrovie, dell’attacco alle organizzazioni delle masse lavoratrici, degli strati popolari, imposta con leggi, misure e atti liberticidi.
I gruppi più reazionari e aggressivi del grande capitale danno impulso alla fascistizzazione della vita politica e al militarismo, perchè hanno una crescente difficoltà a governare con i vecchi metodi del parlamentarismo borghese e cercano di trovare nella guerra al carro di USA e NATO una via di uscita al declino dell’imperialismo italiano.
In questo sono favoriti dalla politica di tradimento degli interessi della classe operaia portata avanti dai capi socialdemocratici e riformisti.
Il capitalismo monopolistico italiano ha una limitata capacità di espandersi e competere a livello internazionale con le altre forze imperialiste.
Perciò aumenta lo sfruttamento della classe operaia, impoverisce le masse lavoratrici, intensifica il saccheggio imperialista attraverso mezzi bellici, ingerenze, corruzione, etc., mentre reprime le lotte e le proteste operaie e sociali.
L’estrema destra, il fascismo, il sionismo, non sono frutto del caso, ma sono espressioni delle contraddizioni proprie del periodo di decomposizione del capitalismo giunto nella sua ultima fase.
In questo contesto, la crisi di consenso e di autorità della classe dominante procede senza soste.
Le grandi masse che vedono peggiorare costantemente le loro condizioni di vita e di lavoro si sono staccate dalle ideologie e dai partiti tradizionali, non si riconoscono più nelle istituzioni e nei partiti in cui anni fa si riconoscevano.
Al malcontento generalizzato si accompagna un generale scetticismo, una generale sfiducia verso progetti e programmi della classe dominante. Larghe masse si allontanano dai meccanismi del parlamentarismo, come dimostra l’elevata astensione nelle elezioni.
La profonda crisi della classe dominante non può essere risolta con il puro esercizio della forza e della repressione. Maturano le condizioni di grandi battaglie rivoluzionarie, assieme alla possibilità e alla necessità di una nuova cultura, di una nuova concezione del mondo, che potrà affermarsi più diffusamente che in passato con il proletariato al potere.
In funzione di questa storica prospettiva dobbiamo agire sistematicamente e quotidianamente.
Sosteniamo quindi la più larga partecipazione, contro ogni settarismo e divisionismo, per denunciare il Ddl 1660 e mobilitarci per fermare la sua approvazione e applicazione, esigere il blocco dei licenziamenti, l’aumento dei salari, la sicurezza e la salute sul lavoro e sul territorio, la fine dell’invio di armi e fondi al regime ucraino e della complicità con lo stato sionista.
Sosteniamo perciò slogan chiari:
-Giù le mani dalle libertà della classe operaia!
-Lotta, unità e organizzazione per fermare il Ddl 1660, la fascistizzazione e lo stato di polizia!
-Via il governo reazionario e guerrafondaio di Meloni!
-Fuori dalla NATO e dalla UE!
La lotta per rigettare in blocco il Ddl 1660 e le altre misure liberticide (come i Daspo urbani e le “zone rosse”) si inscrive nella più generale lotta per difendere in modo intransigente gli interessi, le libertà e i diritti politici ed economici della classe operaia, degli sfruttati e degli oppressi, che va sviluppata con l’unità di azione contro il capitalismo e i suoi servi.
A sua volta questa lotta è parte integrante e importante della grande battaglia contro il sistema capitalista-imperialista che produce reazione, repressione e guerra su tutta la linea.
La denuncia e la lotta al Ddl 1660 vanno dunque sviluppate come mezzo per far crescere la coscienza della necessità e della possibilità della rottura rivoluzionaria con questo sistema, che sta portando l’umanità alla catastrofe.
Per avanzare su questa via il proletariato deve dotarsi dello strumento fondamentale per conquistare il potere politico ed edificare la società socialista, il Partito comunista.
Alla lotta per la sua costruzione chiamiamo oggi i sinceri comunisti, gli elementi avanzati e coscienti del proletariato, gruppi e singoli compagni, facendo appello e cooperando per un più elevato livello di unità e di organizzazione preparatoria del Partito.
Da Scintilla n. 150, gennaio 2025
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