Respingere l’attacco all’ospedale pubblico di Sapri!

Corrispondenza dal Cilento

Cari compagni, vi scrivo per informarvi dell’ennesimo attacco che sta subendo qui nel Cilento il presidio ospedaliero  pubblico di Sapri.

Fin dal 1979 Sapri ha dovuto lottare per non far chiudere il suo punto nascita che inevitabilmente avrebbe fatto da effetto domino per tutto il presidio ospedaliero della zona. Per via del decreto Balduzzi l’ospedale dovrebbe registrare più di 500 nascite annuali, ma com’è facile intuire, in un clima di crisi demografica, è difficile arrivare a tale numero (nel 2024 i parti sono stati 191).

Nel 2018 il governo tornò all’attacco e tutto il golfo di Policastro si mobilitò per evitarne la chiusura. Nel 2024 il Punto Nascite di Sapri (struttura semplice) doveva essere inglobato alla struttura complessa di Vallo della Lucania.

Una scelta che era stata anche inserita nell’atto aziendale dell’ASL Salerno, quest’ultimo recepito e approvato dalla Regione Campania con propria delibera. Sembrava che la questione si fosse risolta, ma così non è stato

L’ospedale di Sapri ha una particolare importanza nella zona visto che è l’unico presidio facilmente raggiungibile dagli abitanti dei comuni limitrofi, nonchè è fonte vitale per la piccola economia del paese (basata ormai quasi esclusivamente sul turismo).

La popolazione propone di mantenere attivi i punti nascita di Sapri e Vallo della Lucania (sono a rischio anche i punti nascita di: Polla, Piedimonte Matese e Sessa Aurunca) attraverso l’integrazione del personale e delle risorse tecniche sotto un unico Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia (anch’essi in pericolo), con turnazione del personale tra i due ospedali. Questa soluzione consentirebbe la continuità del servizio.

Il comune di Sapri ha proposto di istituire una commissione tecnico-scientifica che evidenzi i dati reali e le specificità del presidio ospedaliero saprese, visto che tra le motivazioni per la chiusura ci sarebbe la bassa qualità del servizio e la mancanza di sicurezza. Sono motivazioni totalmente infondate visto che nell’ultimo biennio sono stati registrati un aumento della fidelizzazione delle donne verso il punto nascita e una riduzione della percentuale dei tagli cesarei primari che si attesta intorno al 31%.

In una recente visita all’ospedale di Vallo il presidente della regione Campania,  Vincenzo De Luca, ha affrontato la chiusura del punto di nascita di Sapri come se fosse ormai inevitabile, sottolineando che la decisione finale spetta al Ministero della salute.

La questione è diventata palesemente terreno di conflitto politico, in piena campagna elettorale, dove il centrosinistra e il centrodestra si attaccano a vicenda, illudendo i cittadini del golfo di Policastro di poterli salvare da un problema sorto già 46 anni fa (e ora aggravato dai pesanti tagli alla sanità), con tanto di partiti come il PSI o burocrati sindacali della CGIL che invitano la popolazione a, testuali parole, “non fare la rivoluzione”.

Tutti temono la mobilitazione di classe e popolare, la partecipazione attiva delle masse per esigere i propri diritti fondamentali, come quello alla salute, sempre più compromessi dalle politiche di austerità e di guerra. Invece la lotta unitaria sviluppata dal basso è proprio quello che ci vuole!

Lettera firmata, aprile 2025

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