Ritorno al nucleare e militarizzazione

Il Consiglio dei ministri del 28 febbraio 2025 ha approvato il Disegno di legge delega per tornare alle centrali nucleari, bocciate da due referendum popolari. Rilanciamo perciò il seguente articolo pubblicato su Scintilla n. 150, di gennaio 2025.
In linea con i progetti di riarmo e con l’aumento delle spese militari viene rilanciato in Europa il nucleare. Prima tra tutti spinge la borghesia della Francia, ma quella italiana non è da meno. Si distingue in questo campo anche la Polonia capitalista. La borghesia tedesca per ora frena, ma solo perché dal nucleare è uscita da poco e non è opportuno di fronte al suo elettorato che vi rientri subito. Intanto la UE dei monopoli ha innestato con decisione la via nucleare.
Per far digerire alle masse questo ritorno sono già in azione i media opinion maker, con il mistificante cavallo di troia delle centrali di IV generazione “sicure e pulite” denominate SMR.
Sarebbero di “piccole” dimensioni (dai 10 ai 300 MW), costruite con tecnica modulare, che avrebbero risolto il problema della sicurezza (vedremo che non è così), ma non quello delle scorie che vengono prodotte in quantità maggiore rispetto alle centrali convenzionali.
L’adozione di tale tecnica consentirebbe una produzione in serie, a costi ridotti, di costruzione e realizzazione più veloce rispetto alle vecchie centrali. L’installazione veloce è relativa. Partendo adesso con la progettazione gli impianti non potrebbero essere in funzione prima del 2030 e non durerebbero più di 15 anni.
Anche l’enfasi su tutto il resto è una colossale mistificazione.
La recente tragedia di Calenzano sta ad indicare che qualsiasi impianto, nucleare o meno, in cui è presente una gran massa esplosiva, è intrinsecamente pericoloso.
Ebbene, queste centrali funzionano sul principio e sulla base di quelle vecchie, con un nocciolo (o reattore) che ingloba una enorme energia potenziale, tale da essere rilasciata per mesi, se non per anni, senza sostituzione, come per i vecchi reattori. Si promette che saranno costruite con nuovi materiali più resistenti alle alte temperature e “meno irradiabili”. Ma il principio di funzionamento è pur sempre la fissione dei nuclei con i neutroni lenti o con i pericolosissimi neutroni veloci che si impiegano per le armi nucleari e che nei rari casi in cui sono stati applicati nel “civile” (Super-Phénix in Francia) hanno dato gravi problemi di sicurezza, con incidenti e successiva dismissione.
Le bugie che vengono raccontate sui “nuovi”noccioli sono molte. Viene detto che processerebbero altri atomi oltre all’uranio e al plutonio ‘liberandoci’ dei problemi del costo, del suo reperimento e della sua lavorazione; quindi che produrrebbero scorie a veloce decadimento.
Affermazioni incontrollabili vista la riservatezza e per altro smentite in modo clamoroso da prestigiose università nordamericane (Stanford University e University of British Columbia) secondo cui a parità di potenza installata rispetto ai vecchi impianti, per i nuovi il volume di combustibile nucleare aumenterà di un fattore 5,5 mentre il volume dei rifiuti ad alta attività aumenterà di un fattore 35. (fonte: I piccoli reattori modulari, l’ultimo inganno nucleare – www.qualeenergia.it).
L’unico argomento sulla maggior sicurezza starebbe nei nuovi sistemi di raffreddamento del reattore, che non richiederebbero, in caso di anomalie o guasti, l’attivazione di sistemi aggiuntivi pronti ad intervenire all’istante ed altri accorgimenti speciali.
E di fronte ad un evento naturale catastrofico? E di fronte ad un bombardamento, visti i tempi?
Sull’inquinamento termico non c’è nulla di nuovo. Non emettono CO2. Vero: ma nemmeno le vecchie centrali la emettevano. Come tutte le centrali termiche, di cui le nucleari fanno parte, il rendimento della trasformazione di calore in lavoro meccanico, quindi in energia elettrica prodotta con turbine ed alternatori, a fatica sorpassa il 50% (ovvero per produrre un Kilowattora da mettere in rete ne occorre disperdere altrettanto nell’ambiente, nelle torri di raffreddamento e nell’acqua corrente, ove previsto).
Il costo? Ci viene detto che è “contenuto, il che non vuol dire nulla, tanto più che la tecnologia ci insegna che più un impianto è potente, senza moduli, minore è la spesa per unità di potenza installata ed energia erogata.
Dov’è perciò tutto questo vantaggio? Perchè il nucleare si invoca di nuovo come panacea del problema energetico? La risposta è semplice e diretta: sta nel forte ed indissolubile legame con il complesso militar-industriale.
Come per le aziende di questo settore, centrali ed impianti nucleari “di appoggio” comportano una spinta militarizzazione sia degli impianti sia di tutta la filiera fino al trasporto e stoccaggio delle scorie, nonchè del territorio adiacente. Come per le basi militari il territorio viene sottratto alla possibilità di controllo popolare e democratico, innestandosi nel clima autoritario e repressivo proprio del periodo di accentuato scontro tra le potenze imperialiste e di allargamento dei contesti di guerra. Questo avverrà sia per le centrali dei monopoli energetici sia per le altre imprese private, tipo i monopoli del web (Google, Microsoft, Apple, etc.), che si sono prenotati e già impiegano impianti energetici di centinaia di MW per produrre l’energia per l’immagazzinamento e la gestioni dei dati che subirà un balzo con il prossimo avvento dell’Intelligenza Artificiale.
Ma il rapporto col complesso militar-industriale non si ferma qui. Col funzionamento delle centrali si ricava il plutonio per la costruzione delle armi nucleari. Le bombe si producono anche con uranio arricchito dell’isotopo U235 che serve come combustibile per i reattori; di qui i mastodontici impianti di arricchimento che servono sia il civile sia il miliare e che sono da tempo costruiti in sotterranei a prova di bomba.
In connessione con l’elettronucleare agiscono grandi monopoli dell’elettromeccanico quali Siemens e Westinghouse, (Cina, India, Russia etc. hanno i loro giganti), inoltre opera un largo indotto interno ed esterno alla filiera e numerose ‘Start Up’.
Diversi paesi europei giocano questa partita con carte scoperte e coperte.
Il governo Meloni aderisce con entusiasmo, oltre il livello della proposta, sorvolando sul fatto che il popolo italiano abbia detto di NO al nucleare col referendum.
Sono state chiuse le centrali, ma non il complesso militar-industriale, tra cui Eni, Enel, Ansaldo nucleare, Leonardo e indotto: tutti hanno continuato nella produzione per l’estero e nell’attività di smantellamento strutture, trattamento e smaltimento scorie, quindi nella ricerca, coadiuvati da alcuni atenei quali Pisa e Politecnico di Milano.
Ci sono quindi motivi a iosa per lanciare l’allarme ‘stanno ritornando!’ e di conseguenza appellarci alla ripresa, anche su questo fronte, dell’opposizione proletaria e popolare.
Opporci al nucleare vuol dire:
- a) muoversi nel solco della dirimente questione ambientale (inquinamento termico, scorie, etc.);
- b) muoversi nel solco del controllo popolare e democratico del territorio, contro la militarizzazione delle aree e la secretazione della ricerca e delle attività di filiera; agire contro la sottrazione di denaro dalle tasche dei lavoratori;
- c) muoversi nel solco dell’opposizione antimperialista all’aumento delle spese militari ed alla costruzione di ordigni e sistemi d’arma sempre più potenti e micidiali, nel quadro della politica di guerra che l’imperialismo ha già imboccato.
Nello specifico la risposta sintetica al “nuovo” nucleare in arrivo non può che rifarsi al motto del referendum del 1987: NUCLEARE? NO E NEMMENO GRAZIE!
Da Scintilla n. 150, gennaio 2025
Categorie
- AMBIENTE (29)
- ANTIFASCISMO (36)
- ATTUALITA' (301)
- CIPOML (97)
- DONNE IN LOTTA (30)
- ECONOMIA (38)
- ELEZIONI (9)
- FONDAZIONE PCdI (17)
- GIOVENTU’ M-L (27)
- INTERNAZIONALE (220)
- LOTTA ALLA GUERRA (96)
- LOTTA PER IL PARTITO (48)
- MEMORIA STORICA (98)
- MOVIMENTO OPERAIO (150)
- PANDEMIA (10)
- POLITICA (140)
- PRIMO MAGGIO (7)
- QUESTIONI TEORICHE (55)
- RIVOLUZIONE D'OTTOBRE (23)
- SALUTE E SICUREZZA (37)
- SCIENZA E FILOSOFIA (5)
- SCINTILLA (30)
- SOCIETA' (37)
- TESTI M-L DIGITALIZZATI (18)