Seguiamo l’esempio del compagno Aldo Serafini

Il 16 novembre di un anno fa ci lasciava il compagno Aldo Serafini. Una perdita grave, che ha lasciato un vuoto incolmabile nelle nostre fila.
Il compagno Serafini apparteneva a quella particolare schiera di compagni, detti “insostituibili” per le loro qualità teoriche, politiche, morali, umane.
Nonostante la sua avanzata età, il compagno Serafini ha sempre rappresentato una guida sicura, un punto di riferimento per grandi e piccole questioni, dall’alto della sua levatura di comunista e dell’esperienza che aveva accumulato.
Aldo Serafini per lunghi decenni ha portato avanti una lotta ininterrotta, in condizioni difficili, per la causa della classe operaia, per la rivoluzione proletaria e il socialismo, contro tutti i nemici del comunismo.
Riordinando il materiale che ci ha lasciato (documenti, scritti, appunti, corrispondenze…) abbiamo potuto apprezzare meglio la vastità e la profondità del suo pensiero e del lavoro rivoluzionario, con la modestia, la tenacia e la passione che contraddistinguono i comunisti esemplari.
Aldo era profondamente dialettico, ostile a ogni meccanicismo, a ogni gradualismo, ad ogni sterile attesismo. Era capace di cogliere nei fenomeni della vita sociale i cambiamenti e le loro forme peculiari, adattando ad essi la tattica rivoluzionaria.
Il suo è sempre stato un pensiero rivoluzionario coerente, vivo, per niente libresco o accademico, accompagnato da un sempre fresco spirito rivoluzionario e dalla sua tagliente ironia.
Sotto questo aspetto Aldo era realmente “il più giovane” di tutti noi, come spesso gli dicevamo.
A partire dalla sua adesione giovanile al comunismo, i temi fondamentali della sua riflessione possono essere così riassunti:
-la funzione storica che svolge la classe operaia nella società capitalista e in quella socialista, il suo ruolo essenziale nel partito comunista;
– lo sviluppo delle politiche di fronte unico e di fronte unito;
– l’analisi di classe del moderno proletariato;
– il rapporto fra spontaneità e coscienza;
– la questione della dittatura del proletariato nel pensiero leninista e nell’esperienza storica del movimento comunista;
– la chiara definizione di cosa è il socialismo proletario e cosa non lo è, i suoi tratti e fondamentali e le leggi di funzionamento della nuova società;
– la centralità della teoria dell’imperialismo, per la comprensione dell’epoca contemporanea e la definizione dei compiti che spettano ai comunisti;
– la critica a tutto campo del revisionismo moderno, divenendo nel tempo uno dei pochissimi comunisti m-l capace di sviluppare e portare sino in fondo la lotta teorica a tutte le sue varianti.
Aldo è stato un metodico demolitore di tutte le illusioni di un passaggio pacifico e non violento al socialismo.
Questo lo differenzia da tanti intellettuali che non hanno saputo rompere fino in fondo con le correnti antileniniste.
Naturalmente c’è un altro tema decisivo che ha impegnato le energie di Aldo a livello teorico e pratico: la lotta per la ricostruzione del Partito comunista e le strade per avanzare verso questo obiettivo.
Aldo è stato il primo sostenitore della “organizzazione intermedia” come forma per raggruppare circoli, gruppi e singoli elementi comunisti nella difficile situazione italiana.
Una lotta da condurre sulla base dei principi del comunismo applicati alla situazione concreta, avendo ben chiaro quale tipo di partito bisogna ricostruire, la sua natura proletaria, i suoi aspetti e le sue caratteristiche di tipo leninista.
Su ognuno di questi temi il compagno Aldo Serafini ha elaborato contributi di elevato livello, che raccoglieremo per la formazione dei compagni, specie i più giovani a cui ha sempre dedicato tempo, fino alla tarda età.
Nello sviluppare tali questioni, nella teoria e nella pratica, con tanti interventi e articoli appassionati, caratterizzati dal suo stile lucido e sferzante, Aldo si distingueva per alcune caratteristiche peculiari: la lucida determinazione nel difendere il socialismo scientifico e perseguire gli scopi politici, riponendo grande fiducia nella classe operaia; la feroce ostilità verso tutti i luoghi comuni e le banalità antimarxiste e antileniniste fatte passare per “creatività”; la capacità nel suo lungo percorso di militante di superare posizioni vecchie per assumerne delle nuove e più avanzate;
il rigore intellettuale, l’attenzione ai dettagli, il controllo delle fonti, contro ogni pressappochismo e superficialismo; l’assenza di retorica e di personalismo, la disciplina cosciente, la preminenza del collettivo sull’individuale.
C’è un ultimo aspetto che vogliamo ricordare. Aldo è stato un vero internazionalista, nella teoria e nella pratica.
In particolare negli ultimi 25 anni della sua vita ha offerto un notevole contributo con i suoi articoli, i suoi interventi, la partecipazione (anche da ultraottuagenario) a importanti incontri internazionali.
Ricordiamo il suo impegno militante, seguiamo il suo esempio di comunista coerente e conseguente!
Da Scintilla n. 149, novembre 2024
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