Sempre più poveri nel sistema borghese

Il 17 novembre è stata la “Giornata mondiale dei poveri”. Una delle tante ipocrisie della società borghese, che però ci offre l’occasione per denunciare la situazione reale.

Circa 5,7 milioni di italiani sono in povertà assoluta, quasi il 10% della popolazione italiana.

Le famiglie povere sono 2 milioni e 200 mila e ben 748 mila di esse hanno almeno un minore.

I minori in povertà assoluta sono 1 milione e 295 mila. 200 mila bambini della fascia di età 0-5 anni non riescono a mangiare carne o pesce nemmeno una volta ogni due giorni, l’8,5%. La situazione è ancora più grave nel Sud e nelle Isole, dove questa percentuale tocca il 12,9%, ma si continua a parlare di opere inutili, dannose e costose come il Ponte sullo Stretto.

Quasi il 10% dei bambini di questa fascia d’età, inoltre, è vittima di povertà energetica, cioè costretti a vivere in case non adeguatamente riscaldate in inverno.

La povertà continua a crescere fra i lavoratori, specie fra gli operai, il 16,5% dei quali riceve salari da fame. Sono in tanti i proletari ad essere costretti a rivolgersi alle mense caritatevoli.

Ed è sempre più difficile per chi cade in povertà uscire fuori da questa condizione, che si cronicizza per i più.

Quello che le statistiche non dicono è la causa di fondo del costante immiserimento di massa che ha un duplice carattere: relativo (diminuisce cioè la quota appartenente al proletariato nel reddito nazionale)  e assoluto (puro e semplice abbassamento del livello di vita dei proletari.

Questa causa risiede nella tendenza generale del modo di produzione capitalistico che con l’accumulazione del capitale procede in una sola direzione: quella della concentrazione ad un polo della società di immense ricchezze, del lusso, del parassitismo, degli sprechi; mentre all’altro polo della società crescono sempre più lo sfruttamento e l’oppressione, la disoccupazione e il precariato, la miseria e la denutrizione di coloro che con il loro lavoro creano tutte le ricchezze.

Tale tendenza generale è amplificata dalle politiche di austerità che stanno rendendo ancora più difficili le condizioni di vita per milioni di lavoratori e di pensionati.

Il governo Meloni nella sua manovra finanziaria ha stanziato ulteriori fondi per sfruttatori e parassiti sociali, ha aumentato le spese militari,  ma nonostante una persona su dieci viva in povertà non ha messo a bilancio un euro per contrastare questo fenomeno.

Al contrario, in questi due anni ha dimezzato la platea di coloro che potevano contare su una misura di sostegno, ha elargito cinicamente bonus per incentivare le donne a partorire  stigmatizzando le donne che un figlio non lo possono fare perché vivono in miseria, ha continuato a tagliare la spesa pubblica sanitaria e i servizi sociali, fra cui gli asili nido, ha soppresso i fondi per il sostegno affitti e la morosità incolpevole, ha ridotto i salari falcidiati dall’inflazione per milioni di lavoratrici e lavoratori.

Sul piano politico si continua ad alimentare la guerra tra poveri, affinchè non si riconosca il vero nemico e perché divisi siamo più facilmente manipolabili e combattuti.

In altre parole: si fa cassa e demagogia sociale sulla povertà di massa, che con queste politiche continuerà a crescere senza soste.

Ma la sola denuncia non basta: è necessario che tutti gli sfruttati e oppressi si uniscano e mobilitino per portare avanti la lotta di classe, non solo per migliorare le condizioni di vita e di lavoro della classe operaia e delle masse popolari, ma soprattutto per rivendicare l’abolizione del capitalismo e della sua barbarie.

Soppressione del sistema del lavoro salariato, espropriazione dei capitalisti, demolizione del loro apparato statale, edificazione della nuova società. Solo così si potrà mettere fine all’arricchimento dei borghesi ed alla miseria sociale.

Novembre 2024

Militanza Comunista Toscana

Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariati d’Italia

 

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