Spese scolastiche sempre più care, diritto allo studio sempre più in bilico

La Costituzione italiana all’art. 34 sancisce il diritto allo studio; quindi, tutti dovrebbero avere la possibilità di potersi istruire per poter ampliare le proprie conoscenze e sviluppare le proprie capacità e opportunità.

Un impegno rimasto formale e non applicato fino in fondo, non avendo la borghesia assicurato i mezzi per mettere in pratica quanto enunciato sulla carta.

Di fatto la classe dominante ha sempre negato un pieno diritto all’istruzione, permettendo un costante aumento dei costi per l’istruzione e attuando riforme che hanno sempre danneggiato il proletariato e gli strati sociali meno abbienti.

Secondo i calcoli di Federconsumatori, rispetto alla scorsa stagione scolastica avremo un aumento dei libri di testo che raggiungerà punte del 15%.

A questi oneri si vanno ad aggiungere quelli complementari con gli aumenti sulla cancelleria, che specie su alcuni articoli, come gli zaini, incidono sostanzialmente sui bilanci familiari.

Studiare diventa sempre più oneroso e con l’aggravarsi della situazione economica, con il drastico peggioramento delle condizioni di vita delle masse lavoratrici rischia di divenire un lusso che molti non potranno permettersi.

Solo nel Lazio, la spesa pro-capite si aggira sui 1200 euro e il 14,30% delle famiglie con un figlio si trova in una condizione di povertà relativa.

Non dobbiamo dimenticare il caro affitti, un costo che per gli studenti universitari fuori sede, diventa sempre più proibitivo, nelle grandi città una camera può arrivare fino a 700/800 euro.

Non è difficile prevedere che con l’aumento della cassa integrazione anche far quadrare i conti per l’educazione dei figli diventerà sempre più difficile per decine di migliaia di famiglie.

Il marxismo-leninismo ha sempre dato una grande importanza allo studio, ed è stato più volte sottolineato da Lenin, Gramsci, Brecht, giusto per ricordare solo alcuni nomi.

Ma è evidente che, al di là della retorica riformista, nel sistema capitalistico, tutto ciò ha un’importanza relativa.

Lo abbiamo visto con la riforma Valditara che punta sulla scuola professionale.

Cosa si vuole sviluppare? Delle menti pensanti, capaci di portare avanti la ricerca, o degli operai automi a prezzi stracciati?

Scriveva Gramsci: “L’educazione è un arma potentissima che può cambiare il mondo” ed ancora “L’educazione deve permettere la creazione di individui originali e non di copie conformi”.

Non a caso il ministro Valditara, nell’esaltare la sua infausta riforma, critica apertamente Gramsci.

Nel sistema capitalista, la scuola riflette la divisione in classi sociali, quindi alla fine dei conti i grandi proclami di uguaglianza lasciano il tempo che trovano.

Dobbiamo essere noi come studenti, come genitori, come proletari ad organizzarci e lottare nell’immediato contro il caro libri, i tagli e le controriforme scolastiche, per avere un buon sistema educativo che sia realmente accessibile a tutti, con libri di testo gratuiti, cosa che solo nel socialismo potremo realizzare.

Da Scintilla n. 147, settembre 2024

 

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