Stellantis: imboccare la via della difesa intransigente degli interessi di classe
Come abbiamo denunciato nei numeri scorsi del giornale, la situazione degli operai Stellantis e indotto si fa sempre più grave. Il calo occupazionale ha già visto una perdita di 9.656 lavoratori in quattro anni, fra il 2020 e il 2024.
Ad oggi il 62% degli operai è sotto cassa integrazione o contratti di solidarietà, a fare la fame.
Chi sta in produzione, quasi sempre gli stessi operai perché la rotazione non si fa, deve fare i salti mortali, con carichi e ritmi di lavoro insostenibili. Sempre meno operai sulle linee e sempre più auto per turno. Si lavora troppo e male, alla faccia della “qualità” sbandierata.
Questo mentre “lor signori”, gli azionisti, continuano a spartirsi miliardi di dividendi
Ormai è chiara la strategia Stellantis: gli investimenti non si fanno più nel nostro paese, ma solo all’estero, laddove si possono sfruttare a sangue gli operai e realizzare margini di profitto più elevati.
In questa situazione le burocrazie sindacali danno segni di tardivo risveglio e si dichiarano pronti alla mobilitazione se non ci sarà a breve un incontro con Meloni e Filosa per definire un piano industriale con investimenti, nuovi modelli e assunzioni. Alla buon’ora!
Ma cosa ci può attendere dall’intervento del governo e dal manager se non altri attacchi antioperai?
Dato che alle chiacchiere e alle promesse nessuno crede più, vi è una sola strada da imboccare, prima che sia troppo tardi.
L’intervento che occorre è quello della classe operaia, con tutto il suo peso specifico nella determinazione degli avvenimenti.
Il mezzo che hanno gli operai per difendersi è la lotta e l’unità degli sfruttati contro gli sfruttatori.
Le rivendicazioni urgenti sono già sul tappeto: no alla chiusura delle fabbriche, difesa intransigente dell’occupazione in Stellantis e nell’indotto; no alla Cig a perdere, sì alla rotazione obbligatoria; integrazione della quota degli ammortizzatori sociali spostando i profitti verso i salari dei lavoratori; forti aumenti salariali, specie per le qualifiche inferiori; raddoppio del premio di produzione; diminuzione dei ritmi e dei carichi di lavoro, aumento delle pause.
Questi precisi obiettivi vanno espressi con la mobilitazione combattiva e unitaria, rendendo gli operai protagonisti, approfittando di tutte le opportunità, incalzando i delegati, aumentando la pressione sui sindacati, laddove possibile organizzandosi in comitati di agitazione e di sciopero.
Ogni occasione è buona per esprimere la protesta, per far scoccare la scintilla della lotta operaia.
Facciamo appello alla realizzazione di una Conferenza, o di un Incontro, di operai e delegati combattivi di Stellantis, dell’indotto e della logistica (iscritti e non ai vari sindacati), per discutere, sviluppare il collegamento e realizzare la necessaria unità di azione degli operai di tutti gli stabilimenti, compresi quelli esteri.
Battiamo la linea collaborazionista e corporativista dei capi sindacali incentrata sui “tavoli” e l’ingannevole “partecipazione dei lavoratori” alla gestione aziendale!
Basta con l’attendismo che porta alla sconfitta; fiducia nella forza e nella capacità di lotta della classe operaia!
Da Scintilla n. 155, ottobre 2025
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