Sui gruppi di fabbrica e di luogo di lavoro
Più volte negli articoli pubblicati su questo giornale, che ambisce a svolgere non solo una funzione di propaganda e di analisi critica della società, ma anche di organizzazione collettiva, abbiamo posto un problema chiave: oggi nessun partito rappresenta gli interessi immediati e storici della classe operaia, è dunque ora di avviare una discussione che veda come protagonisti gli operai avanzati e combattivi, per forgiare lo strumento indispensabile per condurre la lotta per il potere politico.
In altre parole, devono essere questi stessi operai, i migliori figli e le migliori figlie del proletariato, a rendersi coscienti, a prendere l’iniziativa e a divenire protagonisti della lotta volta a ricostituire un autentico partito comunista nel nostro paese.
Questa esigenza, che urta frontalmente con le caricature di “partito comunista” esistenti, con le posizioni di diversi gruppi che sventolano bandierine pensando che ciò basti per ridare alla classe il suo partito, deriva da un preciso punto di vista: il movimento comunista è la fusione del movimento operaio con il socialismo scientifico.
Oggi questi due elementi sono troppo lontani fra loro e perciò si indeboliscono entrambi. Il movimento operaio senza la bussola del socialismo scientifico cammina alla cieca e finisce inevitabilmente sotto l’ideologia borghese; il socialismo scientifico separato dal movimento operaio perde il suo valore, si atrofizza, diventa accademico e dottrinario.
Nella nostra concezione il partito comunista non può essere altro che l’unione degli operai avanzati e coscienti con il movimento marxista-leninista.
Al di fuori di questo rapporto, che va reso concreto, attivo e militante, non si può edificare un vero partito comunista, ma solo la sua caricatura.
Da ciò ne deriva che la partecipazione diretta, in prima persona degli operai comunisti, così come di quelli avanzati e combattivi, delle genuine avanguardie di fabbrica, al processo la ricostituzione del partito comunista è imprescindibile per risolvere il problema dell’organizzazione politica indipendente della classe operaia, contrapposta a tutti i partiti borghesi e piccolo borghesi.
È necessario perciò promuovere la formazione di gruppi di comunisti e operai rivoluzionari costituiti nelle officine, nelle aziende, nei magazzini e negli altri luoghi di lavoro, che si facciano carico di sviluppare la propaganda e l’agitazione rivoluzionaria (mantenendo uno stretto rapporto con la stampa comunista), di tenere vivi i problemi operai, di sostenere la mobilitazione, l’organizzazione e l’unità della classe operaia, trainando i compagni di lavoro alla lotta, approfittando di ogni occasione.
Tali gruppi riuniranno tutti quei compagni comunisti e quei proletari che diano serio affidamento di essere degli elementi rivoluzionari pensanti, attivi e responsabili. Nel nostro paese vi sono centinaia e centinaia di operai con queste caratteristiche,
Il loro compito sarà quello di dirigere nei fatti le lotte, gli scioperi, di conquistare alla linea, alla tattica e al programma comunista gli organismi di fabbrica, sostenere con il loro esempio e la loro pratica quotidiana il morale della classe operaia, sviluppare i legami di solidarietà a partire dalle fabbriche territoriali o dello stesso gruppo e dal territorio, quindi la coscienza di classe.
Allo stesso tempo questi gruppi saranno di enorme aiuto per sviluppare la pubblicistica comunista (corrispondenze, rapporti, articoli, etc.), per precisare le rivendicazioni immediate, per studiare i problemi della classe operaia rimanendo in stretto contatto con il giornale, primi passi per sviluppi successivi.
Un compito che, se attuato assumendo le necessarie responsabilità, superando le tendenze economiciste e movimentiste esistenti, calerà finalmente nel concreto la politica del fronte unico proletario, la cui ristrettezza costituisce uno dei problemi che ostacolano il processo di avanzata del movimento operaio in termini di rafforzamento e protagonismo sociale e politico.
I gruppi di operai comunisti e rivoluzionari, una volta organizzati e funzionanti, saranno il tratto caratteristico di una nuova struttura politica, di un’organizzazione che rompa radicalmente con la vecchia tradizione revisionista e socialdemocratica, fondando l’organizzazione indipendente e rivoluzionaria del proletariato all’interno dell’apparato produttivo.
I gruppi di cui avanziamo oggi la parola d’ordine della loro costituzione, devono formarsi e cominciare a svolgere i loro compiti da subito, senza sterili attesismi, trasformando con ciò anche la fisionomia del movimento comunista e operaio nella misura in cui acquisiranno un’importanza politica, realizzando la combinazione fra socialismo scientifico e movimento operaio.
La creazione di una rete di gruppi di questi tipo, collegati all’organizzazione comunista in lotta per il partito e in grado di assumere iniziative come conferenze, riunioni, etc., rappresenterà una grande spinta in nel percorso di costruzione del partito comunista, di cui domani costituiranno la sua organizzazione di base, le cellule, per la sua effettiva proletarizzazione e la formazione di quadri dirigenti provenienti dalle file della classe operaia.
In quanto comunisti (marxisti-leninisti) non ci limitiamo a promuovere l’iniziativa sui gruppi comunisti di fabbrica e di luogo di lavoro, ricollegandoci alla storica tradizione leninista e gramsciana, ma siamo pronti a prendere contatto e scambiare opinioni con chi condivide questa prospettiva, a confrontarci e a cooperare, assumendo compiti e responsabilità in ogni aspetto di questo lavoro.
Non si tratta di ritenerci “indispensabili”, ma di metterci a disposizione con i nostri modesti mezzi per contribuire alla lotta su tutti i fronti (economico, politico e teorico) così da favorire una trasformazione dentro un processo politico-organizzativo favorito dall’inasprimento di tutte le principali contraddizioni dell’epoca attuale.
Non pretendiamo che i nostri propositi si realizzino tutti in una volta. Siamo consapevoli delle difficoltà esistenti, frutto della sconfitta temporanea del socialismo.
Il processo di riorganizzazione del movimento comunista e di costruzione del Partito non è di breve termine, si tratta di un compito collettivo che dovrà attraversare delle tappe e in cui devono confluire gli sforzi di tutti proletari rivoluzionari.
Da Scintilla n. 149, novembre 2024
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