Sulla manifestazione del 5 ottobre a Roma

Il divieto della Questura di Roma alla manifestazione nazionale indetta per il 5 ottobre (Piramide, ore 14:00) in solidarietà con il popolo palestinese, contro il genocidio e i bombardamenti portati avanti dallo stato sionista, razzista e terrorista di Israele, contro la complicità del governo italiano, è un vero e proprio arbitrio politico che lede le libertà conquistate con la Resistenza antifascista.

Nessuna manifestazione svolta nel corso dell’ultimo anno ha rappresentato un “problema di ordine pubblico”. Le violenze sono state solo quelle delle forze dell’”ordine”.

Tutte le manifestazione hanno rappresentato un serio problema politico per il governo reazionario, repressivo  e guerrafondaio di Meloni e per i suoi alleati sionisti e atlantisti.

Non la “celebrazione dell’eccidio”, ma la condanna di massa del genocidio e dell’occupazione israeliana è quello che vuole evitare il governo.

Riunirsi e manifestare è un nostro inalienabile diritto. Non è possibile accettare che la libertà di manifestazione venga limitata e soppressa dalle pressioni e dalle ingerenze sioniste e fasciste.

Diciamo NO alla criminalizzazione e alla repressione della solidarietà internazionale, della protesta operaia e popolare!

NO al Ddl 1660, allo stato di polizia e al militarismo!

Non un passo indietro!

Militanza Comunista Toscana

Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia

Il divieto politico di manifestare a Roma il 5 ottobre, con lo stato di assedio imposto sulla storica piazza simbolo della Resistenza, le strade chiuse da cancellate, le fermate metro chiuse, migliaia di identificati e decine di fermi, i pullmann bloccati e i manifestanti rispediti indietro con i fogli di via preventivi le cariche, gli idranti e i gas asfissianti, è la dimostrazione più lampante del carattere repressivo, antipopolare e guerrafondaio del governo diretto da Meloni che per rimanere al potere chiama la Schlein alla “unione sacra”.

Ma l’operazione di intimidazione e paura orchestrata da Palazzo Chigi è stata infranta da migliaia di dimostranti che hanno sfidato l’inaccettabile divieto imposto, mentre moltissimi cittadini hanno potuto osservare una gestione dell’ordine pubblico tanto reazionaria quanto ottusa.

L’autunno di lotta è iniziato e proseguirà nelle fabbriche e nelle città. Non un passo indietro, via il governo Meloni!

Per quanto riguarda la posizione dei comunisti (marxisti-leninisti) sulla questione palestinese invitiamo a leggere un articolo apparso sul giornale “Scintilla” cliccando sul link sottostante.

Questione nazionale e questione palestinese

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