Una lettera inedita di Stalin a Togliatti

PREFAZIONE REDAZIONALE
La lettera di Stalin a Togliatti sull’incontro con Nenni si colloca in un periodo critico della storia italiana. Nel 1947, con l’avvio della “dottrina Truman” e del Piano Marshall, l’Italia si trovava sotto una pesante e multilaterale offensiva.
Dietro il filantropico aiuto all’Italia uscita distrutta dalla guerra voluta dal fascismo, i circoli dominanti dell’imperialismo USA puntavano a estendere e rafforzare il loro dominio e occupare le basi strategiche aeronavali per far rimanere a tutti i costi l’Italia nel campo imperialista e reazionario diretto dagli USA contro l’URSS, ed evitare che entrasse nel campo antimperialista e democratico. Il piano nordamericano si sviluppava a diversi livelli (economico, politico, ideologico e militare) e con differenti tattiche (violenze, ricatti, pressioni, corruzione, etc.).
Nel maggio 1947 gli USA, grazie al servilismo del governo democristiano di De Gasperi e all’appoggio del Vaticano, erano riusciti a centrare un obiettivo preliminare della loro strategia: la rimozione dei comunisti e dei socialisti dal governo (la stessa cosa era avvenuta in Francia) e la formazione di una alleanza con la destra.
Questo cambiò radicalmente la situazione politica, ponendo l’Italia al totale servizio dell’imperialismo nordamericano e peggiorando le condizioni di vita dei lavoratori.
Il secondo obiettivo delle forze anticomuniste e reazionarie dirette dai circoli nordamericani era disintegrare in tutti i modi possibili l’unità della classe operaia, del movimento sindacale e cooperativo, delle organizzazioni delle donne e dei giovani, delle forze progressive e democratiche, che era stata raggiunta durante la Resistenza antifascista.
Questa criminale politica si avvaleva del ruolo svolto dalla corrente di destra esistente dentro il PSI, capeggiata dal corrotto Giuseppe Saragat, che ben presto produsse una scissione dentro questo partito formando un gruppo laburista filo-USA.
Lo scopo della destra socialdemocratica era quello di coprire la rapace politica imperialista e forzare il PSI ad abbandonare l’unità di azione con il PCI, in vista delle elezioni politiche della primavera del 1948, che si svolsero con una aperta ingerenza, pressione militare e uso di milioni di dollari per finanziare la campagna elettorale della DC, in un clima di isteria anticomunista, repressione poliziesca e provocazioni fasciste.
In questo scenario si spiega la grande attenzione che Stalin e il gruppo dirigente del VKP(b) riservavano alla questione italiana e ai rapporti con Pietro Nenni, che rappresentava l’ala sinistra del PSI.
Nenni infatti era in quegli anni un deciso sostenitore della pace e dell’amicizia con l’URSS (fu insignito nel 1951 con il Premio Stalin per la pace), sosteneva una politica di sovranità e indipendenza dell’Italia, favoriva una politica di stretta alleanza con i comunisti ed era d’accordo a formare il Fronte Democratico Popolare con il PCI, il sindacato CGIL e altre organizzazioni di massa, per presentarsi alle elezioni con una lista unitaria.
Ciò corrispondeva agli interessi dell’Unione Sovietica e dei paesi di democrazia popolare, che sviluppavano una politica diretta a minare l’imperialismo, bloccare i suoi piani guerrafondai, sradicare il fascismo e consolidare le posizioni del proletariato sull’arena internazionale.
Particolarmente significativi sono alcuni passaggi che emergono dalla lettera informativa di Stalin a Togliatti.
- Il partito sovietico consigliava di non precipitarsi a fondare il partito unico PSI-PCI della classe operaia. In quel momento era preferibile sviluppare a fondo l’unità di azione per una decisa lotta contro la borghesia e la DC. Anche sul piano internazionale era più utile una posizione autonoma del PSI, che avrebbe influenzato positivamente altri partiti socialisti europei.
- Gli errori del PSI e del PCI: i sovietici non si sbilanciano su quale dei due partiti ne abbia commessi di più, ma dicono che li hanno commessi entrambi. Per quanto riguarda il PCI il riferimento era alla debolissima risposta messa in campo dopo la sua espulsione dal governo. Pochi mesi prima Zdanov, nella riunione del Cominform svolta in Polonia aveva duramente criticato il parlamentarismo sfrenato e il legalitarismo del PCI, che pur avendo una considerevole forza era rimasto sulla difensiva e non aveva organizzato nessuna seria azione di resistenza mentre veniva espulso dal governo. Questo era un segno del revisionismo che già affiorava nel partito italiano.
- Il pericolo di una nuova guerra mondiale. Per i dirigenti sovietici non era affatto imminente, e la sua minaccia da parte occidentale serviva per rafforzare gli intrighi reazionari e come arma di ricatto contro le sinistre italiane. Anche in questo caso si tratta di una critica implicita alla posizione arrendevole e passiva del PCI.
- Va osservato, infine, che era completamente sbagliata la previsione di Nenni circa lo sviluppo di una situazione rivoluzionaria in Italia. Prima e dopo le elezioni del 1948, vinte dalla DC, si svilupparono lotte importanti, scioperi di massa, grandi dimostrazioni contro la politica di fame, reazione e guerra della borghesia. Ma non si aprì una situazione rivoluzionaria e non ci fu l’inizio di lotte decisive da parte del proletariato, anche perché il gruppo dirigente del PCI non voleva fare la rivoluzione.
Iniziava invece un lungo periodo di dominio borghese che in Italia perdura tuttora, come perdura la lotta dei marxisti-leninisti per instaurare uno Stato e un governo di democrazia popolare, che come è noto è una delle forme della dittatura del proletariato.
AL COMPAGNO TOGLIATTI
J. V. Stalin
(27 Novembre 1947)
Come sapete, Pietro Nenni ci ha chiesto di organizzare un suo incontro con il rappresentante del CC del VKP(b). Questo incontro ha avuto luogo in uno di questi giorni.
In quell’incontro Nenni ha fornito informazioni sulla situazione esistente in Italia e ha posto un certo numero di domande alle quali il nostro rappresentante ha risposto secondo le istruzioni ricevute dal CC del VKP(b).
Desideriamo informarvi, per vostra conoscenza, sui contenuti dell’incontro di Nenni con il rappresentante del CC del VKP(b).
Nel descrivere la situazione attualmente esistente in Italia, Nenni ha sottolineato la complessità e l’acutezza che essa ha assunto nel recente periodo. Egli ritiene possibilissimo che De Gasperi possa presto riuscire ad includere nel governo i saragattiani e i repubblicani, e che sia improbabile che i socialisti e i comunisti possano ritornare al governo fino alle elezioni che avranno luogo nel marzo del 1948. Tenendo conto di tutto questo, Nenni così descrive la seguente possibile prospettiva per i socialisti e i comunisti: o il blocco di sinistra vincerà le elezioni, o potrà esservi nel paese una situazione rivoluzionaria. Nenni afferma che è possibile che nel prossimo futuro socialisti e comunisti organizzino uno sciopero generale sotto la bandiera del riconoscimento legale del potere dei Soviet operai (consigli) nelle fabbriche. Se il blocco di sinistra andrà al potere, Nenni prevede che in entrambi i casi gli americani cesseranno di esportare pane e carbone in Italia. In relazione a ciò, Nenni ha chiesto se Mosca potrà fornire pane e carbone in cambio di altri beni. Sul problema dell’unità con i comunisti in Italia, Nenni ha espresso l’opinione che, nonostante alcune tendenze contrarie fra certi socialisti, questa unità si rafforzerà. Entrambi i partiti parteciperanno alle lezioni in un blocco unico e avranno liste reciproche di candidati. Il partito di Nenni è favorevole a un approfondimento della collaborazione con i comunisti. Ma lui, Nenni, ritiene che sia troppo presto per la creazione di un unico partito operaio in Italia, perché ciò potrebbe dissuadere la classe media, che segue abitualmente i socialisti, ma non seguirebbe il partito unico dei lavoratori. Nenni ha ricordato che, dopo essere uscito dalla clandestinità, egli sollevò il problema di un unico partito operaio. Ma egli pensa che, nel momento attuale, sarebbe più utile avere due partiti separati strettamente collegati fra loro, perché, fra le altre cose, ciò darebbe al suo partito l’opportunità di influenzare socialisti di altri paesi nell’interesse delle forze democratiche di sinistra. Nenni ha chiesto se questa sua idea sia giusta.
Nenni ha sottolineato alcuni errori commessi dai socialisti e dai comunisti negli ultimi due anni. Egli ritiene che la sinistra abbia perso tempo aspettando il miglioramento della situazione dopo che le forze di occupazione avevano lasciato il paese, ed abbia avuto paura che la situazione in Italia potesse diventare simile a quella greca. Questi errori sono diventati particolarmente chiari per lui nel corso delle ultime settimane, nelle quali il movimento di massa popolare si sta opponendo con successo alle azioni dei reazionari, cosa che le forze di sinistra non avevano saputo fare precedentemente. Nenni ha affermato che probabilmente questi errori furono compiuti non per minor colpa, ma per maggior colpa dei comunisti
Nenni inoltre ha detto che il suo partito, nella prossima riunione interpartitica, intende opporsi risolutamente ai socialisti francesi di destra, sia sul problema della lotta per la pace, sia sul problema della ricostituzione dell’Internazionale. Durante la conversazione, Nenni ha parlato dell’imminente pericolo di una nuova guerra e ha voluto conoscere l’opinione del CC del VKP(b) in proposito: desidera sapere se egli analizza correttamente la situazione mondiale, se ha ragione di ritenere che il mondo si trovi già sull’orlo di una nuova guerra mondiale. Alla fine della conversazione Nenni ha chiesto, come aiuto per il suo partito in vista delle prossime elezioni, una fornitura di carta. Il nostro rappresentante ha dato le seguenti risposte alle domande di Nenni:
- Se il coordinamento delle attività fra i socialisti e i comunisti sarà abbastanza solido, noi riteniamo che non c’è bisogno di affrettare la creazione di un partito operaio unico.
- I comunisti italiani e i socialisti italiani hanno entrambi commesso degli errori, ma non abbiamo elementi per poter giudicare chi di loro ne ha commesso di più.
- Possiamo fornire al partito di Nenni carta a basso prezzo.
- Non riteniamo che la guerra sia vicina. Gli USA non sono in grado attualmente di condurre una guerra contro l’Unione Sovietica perché non possono convincere il popolo americano della necessità di tale guerra. Il chiasso che si fa sulla nuova guerra ha lo scopo di incoraggiare i reazionari, di tenere a freno la classe operaia americana e di spaventare l’Unione Sovietica e i nostri alleati, per farci diventare compiacenti. Ma l’URSS non cederà al ricatto.
- Pensiamo che la posizione di Nenni sulla creazione dell’Internazionale Socialista sia giusta.
- Riteniamo che i laburisti siano i principali istigatori della distruzione dell’unità della classe operaia, e che per questo i socialisti di sinistra debbano opporsi particolarmente a loro.
- Nel caso che il blocco di sinistra vada al potere in Italia, l’Unione Sovietica può garantire sufficienti forniture di pane. Quanto al carbone, nei prossimi tre anni l’Unione Sovietica non avrà troppa abbondanza di carbone, ma pensiamo che alcuni paesi di democrazia popolare, e in particolare la Polonia, siano già in grado di offrire all’Italia un grande aiuto in carbone. Cercheremo di chiarire questo problema con i paesi di democrazia popolare.
Filippov
(Inviata il 29 Novembre 1947) (Stampata in due copie)
Fonte: RGASPI F.83, Op. 1, D 14, LL. 84-86. Traduzione dal russo di Irina Malenko.
Pubblicata su “Revolutionary Democracy”, Vol. XXIII, n. 2, aprile 2018, con nostra prefazione.
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