Va in onda la falsificazione della storia funzionale all’UE dei monopoli e della guerra imperialista

Ci occupiamo di nuovo della trasmissione “Passato e Presente” condotta da Paolo Mieli su Rai 3.
Mercoledì 5 marzo la puntata ha trattato del massacro di Katyn. In questa trasmissione Mieli ha fatto intervenire un “cavallo di battaglia” del calibro di Ernesto Galli della Loggia per ripetere le vecchi triti “argomenti” intrisi di propaganda anticomunista e isteria guerrafondaia.
Non sfuggirà il rapporto della trasmissione con la vergognosa risoluzione del Parlamento UE che ha equiparato comunismo e nazismo e con il recente annuncio del piano da 800 miliardi per il riarmo dell’UE presentato dalla Von der Leyen e appoggiato da Meloni per sostenere i monopoli dell’apparato militar-industriale e cercare di entrare nei piani di spartizione dell’Ucraina.
Una politica di guerra, austerità, privatizzazioni, attacco a salari e pensioni, di smantellamento dei servizi pubblici, sostenuta con demagogiche e ingannevoli mistificazioni dai pennivendoli, dai dirigenti politici e sindacali promotori e sostenitori della manifestazione reazionaria e bellicista pro-UE del 15 marzo 2025, a cui va contrapposta una mobilitazione di massa di carattere antimperialista e antifascista.
Tornando alla sconcia trasmissione televisiva: i due, conduttore e ospite, non hanno perso l’occasione per essere della partita, calpestando la ricerca storica che ha stabilito con argomenti inoppugnabili che il massacro fu opera dei nazisti in ritirata nel 1943.
Incurante delle contraddizioni della sua vulgata, per il filosionista Galli della Loggia, a cui è evidentemente estraneo il senso del ridicolo, i sovietici avrebbero compiuto il massacro degli ufficiali polacchi tra il 1939 e il 1940 con proiettili prodotti in Germania in modo da poter dar loro la colpa nel caso la cosa fosse stato scoperta.
Guarda caso i nazisti nell’avanzata del 1941, con tracce che avrebbero dovuto essere fresche, non si sarebbero accorti di niente, mentre se ne sarebbero accorti nel 1942 e Goebbels avrebbe indagato con una commissione “neutra” (!) per coprire i crimini del Terzo Reich.
Il massacro, inizialmente negato dai sovietici, sarebbe poi stata “finalmente” ammesso da Eltsin e Gorbaciov.
Per i “nostri” intellettuali d’accatto le indagini scrupolose dei sovietici ovviamente non contano, mentre le parole e le azioni del ministro della propaganda dei Reich, le “ammissioni” di campioni anticomunisti che hanno smembrato e svenduto a prezzi di saldo all’imperialismo occidentale la ex Unione Sovietica ormai revisionista, vanno prese per oro colato.
Sono tutte espressioni della fascistizzazione in atto, che accelera investendo anche la sfera ideologica e culturale, revisionando la storia, etc.
-Ma perché i sovietici lo fecero? chiede il Mieli. -Perché in Polonia volevano restarci per sempre, risponde l’altro. Ma allora, se i sovietici erano certi di restarvi, perché la messinscena dei proiettili tedeschi? Anche un bambino capisce la contraddizione. Roosevelt e Churchill naturalmente “credettero” a Goebbels, ma avrebbero taciuto per convenienza.
È con la disinformazione e la falsificazione di questo tipo che la propaganda anticomunista viene portata avanti da certi “storici”, su questa e su altre vicende (o meglio, leggende), come la “spartizione di Yalta”, i gulag o il c.d. Holomodor.
Ovvero facendo diventare verità un menzogna ripetuta 100 volte, equiparando comunismo e fascismo che sono sistemi antagonisti sotto ogni aspetto, stabilendo un impossibile rapporto fra l’URSS socialista e l’attuale imperialismo russo.
Nel ribadire le parole d’ordine “No alle spese militari, si a quelle sociali”, “Fuori dalla NATO e dalla UE”, Via il governo Meloni”, pubblichiamo di seguito due documenti utili a far luce sulla vicenda del massacro di Katyn (fare clic sui titoli).
“Il massacro di Katyn”, di Ella Rule (pubblicato su “Teoria e Prassi”, n 17)
“La strage di Katyn, una menzogna anticomunista”, di Grover Furr
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