La situazione politica in Turchia sta peggiorando rapidamente. Il potere autocratico di Erdogan ha attaccato tutta l’opposizione, cercando di instaurare una dittatura fascista.
Nei giorni scorsi si è sviluppata una vasta operazione repressiva in circa 50 provincie, con centinaia di arresti, fra cui quelli di attivisti politici, sindaci e amministratori locali, giornalisti, sindacalisti combattivi. Nel mirino il Partito Democratico dei Popoli (HDP), il Partito Popolare Repubblicano (CHP) e il Partito del Lavoro (EMEP) di Turchia.
Secondo il governo la causa della repressione e degli arresti è legata ad un’indagine durata 15 anni sull’HDK, che è stato fondato come Congresso Democratico del Popolo dai curdi e ha organizzato incontri con la partecipazione di molti esponenti politici e sindacalisti di vari settori, partiti e organizzazioni.
La vera ragione sta nel tentativo di dividere e spezzare le forze di opposizione, far saltare il processo di pace con i curdi e attaccare il movimento di sciopero in corso in numerose fabbriche a causa dei bassi salari.
La rabbia degli operai che sono stati gettati in povertà dai programmi economici di Erdogan, dal peso dell’inflazione e delle tasse, si somma a quella dei contadini poveri schiacciati dai monopoli stranieri, delle donne oppresse e all’irrisolta questione curda.
Erdogan si sta avvalendo delle nuove condizioni internazionali come di un’opportunità per un’ulteriore stretta reazionaria e repressiva.
Invece di risolvere i problemi esistenti li aggrava e cerca di impedire con ogni mezzo la saldatura fra la lotta della classe operaia, dei contadini, delle donne e dei popoli oppressi.
La lotta contro il regime autocratico turco non si fermerà, ma si svilupperà.
Stop alla repressione in Turchia, solidarietà internazionale con i compagni di EMEP, i lavoratori e i sinceri democratici arrestati!
Niente lavoro, niente pane, niente pace!
Uniti nella lotta, il proletariato e i popoli oppressi vinceranno!