Viva il Primo Maggio, giornata della solidarietà proletaria internazionale!

Compagni e compagne, operai e operaie, lavoratori e lavoratrici sfruttati!
Mai dalla fine della seconda guerra mondiale l’atmosfera mondiale era stata così gravida di tempesta.
Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, uno dei rappresentanti più violenti e sciovinisti del capitale finanziario, accresce l’aggressività dell’imperialismo statunitense e aggrava tutte principali contraddizioni della nostra epoca.
La guerra non si ferma, ma incombe su numerosi fronti, dall’Ucraina al Medio Oriente, dall’Africa al Pacifico.
Il genocidio del popolo palestinese, ordito dal sionismo fascista, è un crimine infame che prosegue con l’appoggio della “democratica” borghesia di tutti i paesi capitalisti e imperialisti.
Questa è la politica che applica ininterrottamente l’imperialismo trascinando il proletariato e i popoli in carneficine sempre più mostruose e crudeli.
L’ordine internazionale instaurato dopo la seconda guerra mondiale è ormai a pezzi e le potenze imperialiste, spinte dalla legge dello sviluppo ineguale, stanno intensificando la loro lotta per una nuova spartizione del mondo.
La strategia che sta dietro l’ascesa di Trump è quella del mantenimento a ogni costo dell’egemonia mondiale USA.
A questo scopo servono i dazi e il “capitalismo da casinò” il controllo di Panama e della Groenlandia, il veto al trasferimento di tecnologie. Ciò si accompagna al varo di nuove micidiali macchine di morte e al tentativo di isolare e contenere la Cina, che da parte sua risponde – da un punto di vista imperialistico – alle misure yankee, riarma e avanza nell’esportazione di capitale in America Latina, Asia e Africa, ottenendo risorse naturali essenziali (minerali, petrolio, ecc.) per sostenere le sue ambizioni globali.
Le alte potenze imperialiste, fra cui l’Italia, cercano di tenere il passo e muovo le proprie pedine su una scacchiera internazionale sempre più incline allo scontro diretto fra di esse.
Sappiamo chi pagherà per questa politica che combina piani di austerità e militarismo, neoliberismo e reazione su tutta la linea: i lavoratori e i popoli del mondo. Non si tratta solo della perdita di posti di lavoro, dell’inflazione, dei tagli ai diritti sociali e del generale peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro; l’attacco avanza anche sul piano politico, con la negazione sistematica dei diritti democratici, come quello di sciopero, la fascistizzazione e la militarizzazione della vita sociale e politica.
Nel nostro paese, la classe operaia è sottoposta a una crescente pressione e fronteggia gravi problemi: i licenziamenti di massa in molte aziende, la precarietà del lavoro e della vita, l’insufficienza del salario a fonte delle crescenti ricchezze di una minoranza di parassiti. I padroni respingono le richieste di aumenti salariali e intensificano lo sfruttamento nelle fabbriche, aumentando ritmi e carichi di lavoro.
Il governo Meloni continua ad approvare misure che aumentano lo sfruttamento e la precarietà, liberalizzando ulteriormente il mercato del lavoro. Vuole approvare la “Legge Sicurezza” per criminalizzare e reprimere le lotte e le legittime proteste della classe operaia e delle masse popolari.
Dal canto loro, i capi liberal-riformisti e i dirigenti dei maggiori sindacati continuano a proporre il “dialogo sociale” e la “concertazione”. In questo modo, scommettono su un’opzione politica che interessa al grande capitale europeo: unire gli interessi dei lavoratori con quelli dei loro sfruttatori per fare dell’UE una potenza imperialista capace di competere con gli altri nella spartizione del mondo.
Anche l’oligarchia europea e i suoi rappresentanti, come Ursula von der Leyen, invocano sforzi congiunti tra le classi sociali, ripetendo con parole diverse lo slogan del presidente reazionario e sciovinista yankee: “Rendiamo di nuovo grande l’Europa”.
Ma di quale Europa parlano? L’Europa dei monopolisti, degli 800 milioni per i mercanti di cannoni e dei tagli a pensioni e spese sociali, del trasferimento dei migranti nei lager, dei complici del sionismo genocida, dei reazionari e dei fascisti come Meloni e Orban, degli amici di Tump e di Putin, dell’assassino Netanyahu.
In questo scenario, il Primo Maggio milioni di lavoratori in tutto il mondo scenderanno in piazza per esigere pane, lavoro, diritti e pace. Operai, lavoratori, giovani, donne, piccoli contadini, che sentono sempre più la necessità di organizzarsi e lottare contro lo sfruttamento capitalistico, contro le politiche del capitale e dei suoi governi, per la difesa dei propri diritti, contro la corsa imperialista agli armamenti.
Anche noi parteciperemo a queste manifestazioni, promuovendo la mobilitazione e l’unità d’azione dei lavoratori contro l’offensiva del capitale, la reazione politica e la militarizzazione, spiegando che ci sono interessi comuni, di classe, che devono essere il cemento dell’unità e della lotta dei proletari di tutti i paesi, distinguendo chiaramente chi è il nemico di classe e chi sono i suoi agenti.
Stiamo entrando in un periodo in cui la classe operaia dovrà affrontare condizioni nuove. È necessario abbandonare le vecchie illusioni sullo sviluppo pacifico e riorganizzarsi per prepararsi a conflitti più aspri con la classe capitalistica, cacciando dalle nostre fila i provocatori di guerra, i collaborazionisti, i disorganizzatori, i nemici dell’unità proletaria, i fascisti.
La forza della classe operaia è immensa. Quello che occorre è riprendere fiducia in questa forza, è la coscienza e l’organizzazione di classe, la mobilitazione e l’unità che moltiplicano l’energia dell’esercito proletario su scala nazionale e internazionale. Quello che occorre è il fronte unico internazionale di lotta della classe e un vasto movimento di fronte popolare contro il fascismo e la guerra, che rinnovi la solidarietà ai popoli in lotta contro l’imperialismo e il sionismo.
Il capitalismo giunto nel suo ultimo stadio è un ostacolo al progresso umano e deve essere abbattuto. Solo così avranno fine lo sfruttamento dell’essere umano sull’essere umano, la miseria, le guerre e la devastazione della natura.
L’alternativa a questo sistema barbaro è il socialismo, un sistema che può sorgere solo dallo sviluppo del movimento rivoluzionario degli sfruttati e degli oppressi, dal rovesciamento della borghesia e dall’instaurazione cosciente della dittatura del proletariato.
La nostra responsabilità in quanto comunisti (marxisti-leninisti), è di unire, mobilitare, organizzare e dirigere la nostra classe verso il socialismo, verso la conquista del potere politico ed economico e il suo esercizio a beneficio di tutta l’umanità, liberando le immense forze produttive attualmente costrette nei limiti dei rapporti di produzione borghesi. Come ci hanno insegnato i nostri maestri, non abbiamo nulla da perdere tranne le nostre catene, e abbiamo un mondo da conquistare.
Viva il Primo Maggio, giornata di lotta della solidarietà proletaria internazionale!
Proletari e popoli oppressi di tutti i paesi, uniamoci!
1° Maggio 2025
Organizzazione per il partito comunista del proletariato
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