Sciopero e manifestazione operai Stellantis e automotive

La giornata del 18 ottobre scorso ha visto il primo sciopero del settore automobilistico e indotto, con alla testa gli operai degli stabilimenti Stellantis. I sindacati di categoria che hanno proclamato lo sciopero (Fiom. Fim e Uilm) hanno diffuso dati incoraggianti sull’adesione rilevata nelle aziende. Ciò nonostante l’ipocrita letterina di Elkann agli operai sulla “inutilità della polemica”, accompagnata dal falso slogan padronale “Stellantis siamo noi”. In piazza a Roma sono scesi più dei 20 mila operai previsti, in modo organizzato. Il corteo da Piazza Barberini a Piazza del Popolo è stato combattivo, con slogan sul lavoro e per lo sciopero generale nazionale. Anche a Torino si è manifestato.
Una settimana dopo, il 25 ottobre, hanno scioperato e hanno dato vita a una dimostrazione nella capitale lavoratrici e lavoratori della componentistica della filiera non metalmeccanica dell’automotive. Certo, le forme di protesta sono diverse da quelle degli anni delle grandi battaglie operaie.
Le burocrazie sindacali hanno lavorato a lungo per appiattire e depotenziare il movimento operaio e sindacale, staccandolo dalle sue gloriose tradizioni di lotta e dal movimento comunista. Tuttavia non c’è rassegnazione fra gli operai, ma volontà di resistere e lottare, rifiuto dei licenziamenti, della cassa integrazione a perdere, di pagare il passaggio all’elettrico. Tutti ormai capiscono che il futuro non porterà nulla di buono, se lasciato nelle mani di Tavares e degli azionisti. Per cui le vie che si pongono sono due: o le dimissioni incentivate (se vengono accettate dall’azienda) o la lotta dura.
Noi chiaramente spingiamo per la seconda e solidarizziamo con tutti i proletari che la praticano, nella convinzione che la lotta degli operai del settore non si fermerà, ma continuerà dentro e fuori gli stabilimenti. È l’offensiva capitalistica che lo impone. Bisogna continuare questa battaglia che non sarà breve, con una chiara parola d’ordine di carattere generale: non sono gli operai a dover pagare la crisi del settore automobilistico, è il capitale che deve pagare!
Attraverso la propaganda rivoluzionaria occorre divulgare questo orientamento ed estenderlo ad altri settori, chiamando alla solidarietà internazionale degli operai. Di seguito il volantino che abbiamo diffuso nelle manifestazioni.
A fianco degli operai Stellantis e automotive
Uniti nella lotta per il lavoro, il pane e la pace!
La situazione negli stabilimenti della Stellantis e in tutto il settore automotive è sempre più tragica. Le fermate aumentano, la cassa integrazione e i contratti di “solidarietà” colpiscono il salario. Per chi rimane in produzione carichi di lavoro e ritmi bestiali, condizioni di salute e sicurezza sempre più precarie, pressioni e ricatti a non finire.
Il crollo internazionale del settore non è dovuto al caso, ma ha le sue radici nel sistema dell’economia capitalistica.
Le crisi nel capitalismo sono di sovrapproduzione. Mentre cresce la quantità di merci prodotte, diminuisce la domanda dei lavoratori che con i salari da fame, il lavoro sempre più precario, le bollette, etc., si trovano in condizioni tali che non possono più acquistare i beni di consumo da loro stessi prodotti.
Perciò le auto restano invendute, la produzione si arresta, le imprese chiudono e gli operai sono gettati sul lastrico, andando ad ingrossare l’esercito dei disoccupati. In questo modo i manager cercano di conservare la “competitività” dei monopoli.
Sono finiti i tempi in cui agli operai veniva data la speranza di migliorare la propria condizione sociale. Oggi tutti possono vedere che il capitalismo vuol dire sfruttamento, miseria e continua minaccia della disoccupazione, repressione (vedi il Ddl 1660 voluto dal governo Meloni), guerre ingiuste e di rapina.
I capitalisti vogliono farci diventare schiavi senza dignità, ci vogliono privare delle libertà conquistate con dure lotte, vogliono fare di noi e dei nostri figli carne da cannone. Ma devono fare i conti con la nostra resistenza!
La lotta degli operai del settore automotive e indotto è oggi la più importante battaglia della classe operaia del nostro paese. Per affrontarla e vincerla non bisogna credere alle menzogne di Tavares e alle promesse da marinaio di Urso, oppure chiedere l’intervento della Meloni che cammina “mano nella mano” con i padroni. Tanto meno ci si può fidare dei capi sindacali “firmatutto” e dei partiti parlamentari borghesi.
I tavoli ministeriali sono falliti. I monopoli come Stellantis ottengono dallo Stato miliardi, incentivi e sgravi, ma invece di dare occupazione stabile producono cassa integrazione e licenziamenti di massa. Il disastro di Stellantis è il fallimento della borghesia italiana.
Oggi è la classe operaia che deve riprendere a intervenire a modo suo, senza sperare in aiuti che vengano dal di “fuori”.
Sono gli operai stessi a doversi organizzare per colpire Tavares e gli azionisti miliardari dove fa più male: l’estrazione di plusvalore in fabbrica. Lo sciopero del 18 ottobre, proclamato sotto il crescente malcontento e pressione della base, va utilizzato per rompere il silenzio ed esprimere la nostra rabbia, passando in massa all’azione di lotta.
La risposta alla crisi rovesciata sulle nostre spalle dev’essere: tutti uniti nella lotta, fino allo sciopero generale nazionale e all’occupazione delle fabbriche per impedire tagli e chiusure, per aumentare il salario e ridurre l’orario, per licenziare il governo dei padroni!
Riprendiamo fiducia nella nostra forza, i padroni non sono onnipotenti e senza gli operai non si gira una vite. Creiamo comitati di fronte unico dal basso di operai e delegati, senza divisioni di sigla, per organizzare e dirigere gli scioperi! Stringiamo legami di solidarietà e lotta con gli operai delle fabbriche Stellantis all’estero!
In questa battaglia gli operai più avanzati, combattivi e coscienti, sono chiamati a porsi il problema dell’organizzazione politica indipendente della classe operaia: il Partito comunista.
Oggi nessun partito rappresenta gli interessi fondamentali della classe operaia. È ora di avviare una discussione che veda come protagonisti gli operai avanzati e combattivi, per forgiare lo strumento indispensabile della lotta per il potere degli operai.
Solo la classe operaia, grazie al suo Partito, può unire e dirigere le masse di lavoratori e lavoratrici che non hanno altra scelta se non quella di lottare contro lo sfruttamento e il saccheggio dei capitalisti e dei monopoli finanziari.
Uniamoci, organizziamoci e lottiamo per far crescere la coscienza della necessità e della possibilità della rottura rivoluzionaria con il sistema capitalista-imperialista che sta portando l‘umanità alla rovina. Il futuro è nel socialismo, la società dei lavoratori!
18 ottobre 2024
Militanza Comunista Toscana
Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia
Per contatti: teoriaeprassi@yahoo.it , officina1917@gmail.com
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